A Piacenza la politica è al lavoro con lo slogan tutti insieme appassionatamente. Partiamo dai fatti. Il 29 settembre si vota per il rinnovo del Consiglio provinciale. Alle urne andranno i sindaci e i consiglieri dei 46 Comuni del territorio. Sono coinvolti circa 580 grandi elettori, con un sistema di voto ponderato, che vede le preferenze di sindaci e consiglieri pesare di più a seconda del Comune che rappresentano, con quello di Piacenza che naturalmente conta in modo determinante.
In palio ci sono dieci poltrone alla corte dell’attuale presidente di centrosinistra Monica Patelli. I consiglieri provinciali uscenti sono tutti rieleggibili. Sette sono del centrodestra: Franco Albertini, Federico Bonini, Paola Galvani, Giampaolo Maloberti, Giulia Monteleone, Massimiliano Morganti e Armando Piazza. Tre sono del centrosinistra: Patrizia Calza, Lodovico Albasi e Claudia Ferrari.
Ci sarebbe da aspettarsi una tambureggiante campagna elettorale del centrodestra che ha perso la presidenza provinciale due anni fa, soprattutto per i voti del Comune di Piacenza. Obiettivo: tutti gli amministratori alle urne per riconfermare la maggioranza in Consiglio provinciale, che gli consente di fare da contrappeso alla presidente Patelli. Oltretutto scaldando i motori in vista delle elezioni regionali di novembre. E invece pare che le cose stiano andando diversamente.
L’accordone
A dare la notizia è Il Piacenza.it. Nell’articolo di Filippo Mulazzi, uno dei migliori cronisti locali a livello nazionale, si legge: «Centrodestra e centrosinistra potrebbero presentare una lista unitaria, quindi unica, con cinque nomi a testa. In questo modo tutti e dieci i candidati proposti avrebbero la certezza di essere eletti nel “parlamentino” di via Garibaldi. L’ipotesi è al vaglio dei partiti ma sta raccogliendo consenso».
Come definire questa trattativa, che vedrebbe il centrodestra già sconfitto in partenza a tavolino, con la perdita di due degli attuali sette seggi? Le battute si sprecano. C’è chi parla di “casta al lavoro per l’accordone”, di “inciucio alle porte”, di “professionisti della Provincia”, di “prima di tutto la poltrona” e chi più ne ha più ne metta.
Pro e contro
Sta di fatto che così qualcuno tra i politici piacentini avrebbe già storto il naso difronte a quella che sarebbe una scelta da elezioni bulgare nel vero senso della parola. A partire dalle voci civiche del centrodestra, che rischiano di essere tagliate fuori dai giochi di partito.
Tuttavia, c’è anche chi giustifica un’ipotesi del genere a fronte delle tante partite aperte in Provincia; per esempio, la lotta alla dilagante peste suina, che vede coinvolta la significativa cabina di regia istituita in Corso Garibaldi. E poi come dimenticare tutti i finanziamenti in ballo per strade e proprietà immobiliari della Provincia: l’ultimo, reso noto nei giorni scorsi, ha cubato 21 milioni di euro per l’antisismica scolastica.
Da Piacenza a Roma
Insomma, non ci si può dividere, ci vuole senso di responsabilità, va fatto quadrato per il bene del territorio, e tanti saluti a compiti ispettivi e di controllo dei consiglieri provinciali, a programmi e idee diverse per risolvere i problemi sul tappeto. Quindi, altro che maggioranza Ursula di sapore europeo o richiami all’antico compromesso storico: tutti sarebbero superati dall’accordone piacentino, mentre a Roma fior di onorevoli locali sono sulle barricate a difendere o attaccare il Governo nazionale.
Sarà, ma come scrive ancora Mulazzi, «qualora arrivasse l’accordo tra centrodestra e centrosinistra, il compito arduo dei due schieramenti sarebbe quello di decidere a tavolino i nomi dei cinque “sicuri eletti” per parte». E allora cari lettori preparate i popcorn, perché i giochi non sono ancora fatti e da qui al 29 settembre ne vedremo delle belle…
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.