Piacenza

Sanità in Val d’Arda: disservizi e pochi fondi, ma intanto l’Ausl finanzia il corso di medicina

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Sanità in Val d’Arda: qualcosa si muove, ma la sensazione è che le aperture dell’Ausl di Piacenza vadano prese con le molle. In sostanza bisogna stare attenti a non prendere lucciole per lanterne. Vediamo perché.

I fatti: ieri i sindaci del Distretto di Levante (oltre 100mila abitanti sui 286mila dell’intera provincia), capitanati da quello di Fiorenzuola d’Arda Romeo Gandolfi, hanno incontrato il direttore generale dell’azienda sanitaria, l’ingegner Luca Baldino. Dall’ultimo incontro del 14 dicembre 2021, a sentire Baldino però non è cambiato un granché, anche se ha fatto un annuncio di rilievo. 

All’ospedale del capoluogo della Val d’Arda, dopo quasi due anni, potrebbe infatti riaprire il pronto soccorso 12 ore al giorno con l’arrivo di tre nuovi medici; ma non si sa se il reparto tornerà attivo a febbraio, dopo una spesa di oltre 1,3 milioni di euro per ristrutturarlo. Intanto continua il disservizio, con i cittadini della Val d’Arda costretti ad andare ai pronto soccorso di Fidenza, Piacenza o di Cremona; per non parlare delle necessità di diagnosi e cura per le quali, come evidenziato anche da fonti sindacali (pensionati Cgil, Cisl e Uil), molti pazienti anche con patologie gravi devono rivolgersi sempre più spesso fuori provincia.

Restando a Fiorenzuola, sulle sale operatorie dell’ospedale, promesse dal governatore Bonaccini nel 2016, siamo ancora alla progettazione preliminare: con la gara d’appalto verrà affidata anche quella esecutiva; mentre per la casa della salute che dovrebbe sorgere nell’ex sede del municipio cittadino, dopo la progettazione preliminare, sempre con un’unica gara d’appalto saranno affidati il progetto esecutivo delle opere e i lavori previsti. Quindi anche qui, i tempi si allungano a chissà quando…

Lamentele sono arrivate poi dai sindaci di altri Comuni. Dai servizi sospesi alla casa della salute di Carpaneto a quella di Lugagnano ancora da costruire; per quest’ultima si prospettano nuovi ostacoli, come la necessità di acquistare anche il terreno per l’insediamento dell’opera. Da qui le richieste dei sindaci dell’alta valle, Vernasca e Morfasso, perché nel frattempo vengano attivati dei servizi di prossimità sanitaria. Mentre tornando in pianura si segnalano i disservizi della guardia medica nel Comune di Cadeo.

Come se non bastasse, l’ingegner Baldino ha evidenziato la riduzione dei fondi a disposizione, che sono passati da 14,6 milioni di euro a 13,3 milioni. Il tutto in uno scenario che vede una cronica carenza di medici, e un aumento dei costi causati dalla pandemia pari a 45 milioni in più del previsto, finora finanziati solo al 25% da governo e regioni.

Qualche domanda

Che dire? Sulle carenze dei medici, difficili da trovare forse sarebbe bene ricordare la recente fuga degli anestesisti dall’ospedale di Piacenza, con i concorsi andati a vuoto. E i costi che l’Ausl sostiene per tamponare le assenze, strapagando i cosiddetti gettonisti anche al nosocomio di Fiorenzuola. E allora perché non proporre contratti più ricchi per i medici da assumere a tempo indeterminato?

Poi ci piacerebbe che almeno uno dei nostri consiglieri regionali, a partire da quello della Val d’Arda, Matteo Rancan, verificasse le affermazioni fatte nel dicembre scorso dall’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini, diretto superiore dell’ingegner Baldino.

Secondo Donini, in Emilia-Romagna “dal 2016 al 2020 sono state fatte 23mila assunzioni di medici, infermieri, operatori, garantendo negli ultimi due anni oltre il 170% del turnover”. In più, “nella prima parte del 2021 le assunzioni sono state oltre 5mila”. Il tutto, aveva spiegato Donini “attraverso accordi con le rappresentanze sindacali per l’ammodernamento del sistema sanitario regionale, la valorizzazione dei percorsi professionali e la riduzione del precariato, grazie a numerosissime stabilizzazioni”.

Quindi, chi ha ragione? Donini che sostiene di aver fatto le assunzioni, o Baldino che dice che i medici non ci sono? Quante di queste nuove risorse reperite su scala regionale sono state assunte dall’Ausl di Piacenza? E di che tipologie professionali stiamo parlando, tra medici, infermieri e operatori sanitari di altra natura?

Ausl e nuovi medici…

Infine, forse a qualcuno è sfuggito, ma dallo scorso anno in questa drammatica penuria di fondi dichiarata dall’ingegner Baldino, l’Ausl di Piacenza si è fatta carico anche di nuovi costi. Lo rivela un’ottima inchiesta di PiacenzaOnline sul nuovo corso di medicina in lingua inglese, attivo dall’ottobre scorso al Collegio Alberoni. L’Azienda sanitaria sostiene circa il 70% della spesa. Quest’anno sborserà infatti oltre 565mila euro (affitto escluso sempre a suo carico), contro i circa 169mila euro investiti dall’università di Parma. Costi che per l’Ausl di Piacenza raddoppieranno al secondo anno del corso, e cresceranno via via, per stabilizzarsi al sesto con una spesa corrente di quasi 2,5 milioni di euro annui (quando oltre 900mila arriveranno da Parma). Nessun dubbio, i medici di domani sono importanti, ma forse ai cittadini della Val d’Arda ne servono anche oggi.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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