Caro ministro Salvini, mi permetta una premessa: sono milanista come lei. E avendo qualche anno in più, lo sono diventato nel lontano 1969. Ricorda? Seconda Coppa dei Campioni rossonera (allora la Champions si chiamava così), con Gianni Rivera primo italiano della storia a ricevere il Pallone d’oro.
Anche a me, che amo quindi la curva del Milan quanto lei, non è piaciuta però la sua presenza alla festa per celebrarne i cinquant’anni. Lei è il ministro dell’Interno, non un semplice cittadino che può frequentare chi vuole. Non può essere il primo garante dell’ordine pubblico di questo Paese e intrattenersi come se niente fosse con capi ultrà condannati per spaccio di droga ed aggressione. E se non ne era al corrente, l’autogol è ancora più grave, perché il titolare del Viminale non può non sapere cose del genere.
Insomma, caro ministro Salvini, stavolta ha sbagliato. Nel suo ruolo ha doveri e responsabilità come pochi. L’essere un punto di riferimento di così alto livello richiede delle rinunce. E a quella passerella rossonera, soprattutto gestita in quel modo, lei doveva rinunciare.
Non è ipocrisia da benpensanti in giacca e cravatta. Perché non si possono vestire i panni dell’alfiere spavaldo di sicurezza e legalità la mattina, e poi avere frequentazioni del genere la sera. Anche da “indagato tra gli indagati”, come lei ha detto per smorzare le polemiche. Ne va semplicemente della sua credibilità, caro Salvini, e non solo agli occhi delle forze dell’ordine che comanda.
Mi auguro che questo errore le sia utile per il futuro, anche se adesso gli italiani sembrano perdonarle qualsiasi cosa. Tuttavia, la storia recente racconta di altri che prima di lei hanno vissuto questo idillio, e poi abbiamo visto come è andata a finire.
Quindi, caro ministro Salvini, ogni tanto si dica qualche no. Eviti la bulimia da comunicazione e gli eccessi di presenzialismo, che spesso sembrano dominare le sue giornate. Da milanista a milanista, vedrà, ne sarà valsa la pena.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.