Attualità

Sgarbi e il Klimt: se Piacenza mi chiama, pronto a presiedere la Galleria Ricci Oddi

sgarbi-klimt-se-piacenza-chiama-pronto-a-presiedere-galleria-ricci-oddi

Vittorio Sgarbi spegne le polemiche sul suo intervento dedicato alla vicenda del Klimt: “L’ho scritto proprio perché amo Piacenza”. E rilancia mettendosi in gioco personalmente per la Galleria Ricci Oddi, un unicum che può fare la differenza guardando al futuro culturale e turistico della città.

Professore, partiamo dall’annunciata esposizione del Klimt: a Piacenza subito o nell’ambito Parma 2021, come pare avrebbe chiesto la Regione Emilia-Romagna?

“È già stato perso anche troppo tempo. Prima per i ritardi della magistratura, passati un po’ sotto silenzio anche a causa lockdown. Poi negli ultimi tre mesi e cioè da quando il Klimt è nel caveau della Banca di Piacenza. Intanto è uscita la voce sulle pressioni di Bonaccini per avere l’opera nell’ambito delle manifestazioni di Parma 2021, una trattativa che avrebbe causato ulteriori tentennamenti. Ma adesso non ci sono più alibi. E lo dico a tutti quelli che devono prendere una decisione”.

Quindi?

“Aspettare le manifestazioni di Parma 2021 sarebbe un errore, un tradimento per la città. Prima il Klimt va esposto a Piacenza, diciamo dalla fine di settembre all’Epifania, anche per dare un segnale di riconciliazione e di rinascita della città a tutto il mondo, dopo la tragedia del Covid che l’ha così colpita. Un evento che di sicuro attirerebbe molto interesse, nonostante i problemi che stiamo ancora vivendo. A quel punto, dopo un evento del genere a Piacenza, si può pensare anche di mandarlo a Parma”.

Su questi tempi però c’è il problema della teca blindata per proteggere l’opera, che dovrebbe essere pronta solo a fine ottobre…

“Guardi, sono solo scuse: se la chiedono a me, mando la teca a Piacenza dopo dieci giorni”.

Lei dove esporrebbe il Klimt? 

“La soluzione migliore sarebbe alla Galleria Ricci Oddi, la sede naturale dell’opera. Ma se non fosse possibile, si possono trovare altre soluzioni in spazi pubblici o privati, tra cui quello proposto dal presidente Sforza Fogliani che ha messo a disposizione Palazzo Galli, con la Banca di Piacenza pronta a farsi carico di tutte le spese per la sua esposizione. Le dico anche questo: indipendentemente dalla sede prescelta, proprio per il mio amore per Piacenza, sono pronto a fare qualunque cosa necessaria per il lancio di questo evento sul Klimt”.

Professor Sgarbi, parliamo della Ricci Oddi: lei verrebbe a fare il presidente della Galleria?

“Certamente, ne sarei molto lusingato”.

Oltre alla sua competenza accademica potrebbe mettere in campo la sua popolarità…

“Sono presidente del Mart di Rovereto, del Museo Canova di Possagno e di Ferrara Arte. Pensi che dopo il Covid ho aperto a Ferrara la mostra di Banksy e dal 30 maggio ad oggi ha già fatto 50mila visitatori”.

Quali sono le potenzialità della Ricci Oddi?

“Dopo il furto, l’effetto del Klimt ritrovato può essere un volano importantissimo. La Galleria ha le potenzialità già ipotizzate da Fugazza: aveva immaginato il furto e poi il ritrovamento del dipinto per innescare un meccanismo pubblicitario e mediatico paragonabile a quello della Gioconda nel secolo scorso; una vicenda che ha aumentato la notorietà dell’opera di Leonardo. Infatti, se fossi il presidente della Galleria, dopo l’eventuale passaggio a Parma 2021, non accetterei più che andasse altrove. Non solo perché l’ha acquistata Ricci Oddi, ma perché mi serve per far conoscere le altre opere della collezione. O meglio, farei un’eccezione che conferma la regola solo in un caso”.

Ci dica…

“Proporrei a Dresda uno scambio temporaneo con la Madonna Sistina di Raffaello per riportarla in San Sisto. E credo che a fronte di un offerta del genere a Dresda sarebbero disponibili a una trattativa”.

E se i tedeschi alzassero la posta?

“Oltre al Klimt si potrebbe aggiungere l’Ecce Homo di Antonello da Messina della Galleria Alberoni. A quel punto credo che a Dresda farebbero molta fatica a dire di no”.

Insomma, valorizzando la Ricci Oddi Piacenza può diventare una città d’arte?

“Il problema di Piacenza è la sua vicinanza con Milano e Parma. È una città riservata che ha opere importanti, dal Pordenone al Guercino, ma sono autori che non godono di grandissima popolarità. La cosa più universale che ha Piacenza è proprio la Ricci Oddi. È qui che bisogna investire”.

Perché?

“È uno dei pochi musei italiani dell’Ottocento e deve diventare un passaggio obbligatorio, imprescindibile, anche gemellandolo per esempio con il Museo dell’Ottocento di Milano e la Fondazione Magnani Rocca di Parma. Poi farei di più: indurrei dei collezionisti di questo periodo a depositare delle opere alla Galleria, pensi ai Morandi della Fondazione della compianta Giulia Crespi. E aumenterei il patrimonio della Ricci Oddi comprando un quadro all’anno”.

Un bel programma da presidente…  

“Guardi, l’Ottocento in Italia ha poche capitali, una è Piacenza con la sua Galleria d’arte moderna. Le faccio questo paragone: Ricci Oddi è stato il Guggenheim di Piacenza. E il museo più visto di Venezia è il Guggenheim. Ecco perché Piacenza non può perdere un’occasione del genere”.

 

Website | + posts

Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

1 commento

  1. Parole sagge, condivisibili, lungimiranti. Spero e auspico, da cittadino e da appassionato della cultura e della storia cittadina, che non verranno lasciate cadere nel vuoto.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.