Daniele Franco protagonista della 20ª edizione della “Lezione Mario Arcelli” all’Università Cattolica di Piacenza. L’ex ministro dell’Economia del Governo Draghi ha affrontato un tema più che mai attuale e altrettanto complesso: quello della sostenibilità delle attività umane in rapporto ai cambiamenti climatici e agli strumenti finanziari che devono alimentare la transizione ecologica. Il tutto guardando alle scelte politiche di oggi, nazionali e internazionali, che non possono dimenticare le generazioni future.
Introdotto dal professor Francesco Timpano, direttore del “Centro Studi di Politica economica e monetaria Mario Arcelli” – dopo i saluti della preside di Economia e Giurisprudenza, Annamaria Fellegara, e di Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza – Daniele Franco ha delineato un quadro che presenta molteplici problemi: “Dalla crisi finanziaria di 15 anni fa, alla pandemia, alla guerra, alla crisi demografica e ambientale. Problemi che devono essere affrontati tempestivamente per evitare che possano aggravarsi, come dimostrano anche le emissioni del gas serra; stesso discorso per l’emergenza demografica e il debito pubblico”.
Rapidità e lungimiranza
Per questo, ha spiegato l’ex ministro alla platea stracolma in sala Piana, “è necessario che i poteri decisionali siano rapidi e lungimiranti; ma di solito la politica tende ad occuparsi soprattutto di ciò che attiene al breve periodo, per paura di perdere consensi”. Oggi però “diventa doveroso dare un peso diverso al futuro nelle nostre scelte”. E in questo senso, “la sostenibilità è uno strumento per guardare al futuro. Una politica economica è sostenibile se può essere mantenuta nel tempo senza problemi. Diversamente è insostenibile e porta a una crisi. Ma la sostenibilità deve essere valutata anche dal punto di vista etico, con un bilanciamento tra il benessere dei cittadini di oggi e di domani”.
Un equilibrio non facile da raggiungere. Perché da un lato “non si può anteporre il benessere delle future generazioni rispetto a quello dei cittadini di oggi, imponendo troppi sacrifici”; ma dall’altro “lo sviluppo economico si può definire sostenibile solo se le risposte che diamo ai bisogni del presente non andranno a compromettere le risorse utili a rispondere alle esigenze del futuro”.
Dal debito al welfare
Il tema della sostenibilità riguarda poi il debito pubblico e la situazione demografica. Franco ha spiegato che il primo è “uno strumento che consente di realizzare grandi investimenti e affrontare recessioni. Certo, i cittadini possono preferire il ricorso al debito, piuttosto che a una maggiore tassazione a loro carico; ma nel lungo periodo, il debito pubblico può ridurre i margini di manovra dei Paesi che lo utilizzano in modo più consistente e fa aumentare i tassi di interesse”. Senza dimenticare che “la sostenibilità finanziaria riguarda anche il welfare. Infatti l’invecchiamento della popolazione rischia di mettere in crisi il sistema previdenziale; aspetto di cui l’Unione Europea è ben consapevole, con l’incremento di risorse per far fronte a questo problema”.
Focus sull’ambiente
Da ultima, ma non meno importante se non cruciale, la sostenibilità ambientale. L’ex ministro dell’Economia ha ricordato che “la temperatura degli oceani sta salendo, come il livello delle emissioni, nonostante gli accordi di Kyoto e di Parigi, che hanno determinato un rallentamento. Si è visto un calo più consistente durante il Covid, però passeggero”. Servono quindi “interventi radicali, ma la loro adozione comporta cambiamenti altrettanto drastici che toccano la produttività e il modo di vivere delle persone. Perché dietro ad ogni tonnellata di C02 prodotta ci sono l’utilizzo delle auto, gli spostamenti in aereo, l’uso dell’acqua, quello degli elettrodomestici…”. In sostanza, ha aggiunto Franco, “tutta la nostra economia è basata sulle emissioni di CO2; e quindi non è semplice adottare soluzioni rapide. Le trasformazioni richiedono tempo, ma se non si inverte la rotta rischiamo una catastrofe ambientale, ritrovandoci all’età della pietra”.
Che fare?
Le soluzioni per affrontare obiettivi climatici, sostenibilità finanziaria e fattibilità politica ci sono. Servono però azioni tempestive e preventive, che devono tener conto delle esigenze dei diversi Paesi, visto che in particolare il cambiamento climatico influisce sulla distribuzione del reddito e può ampliare i divari, creando tensioni anche su scala internazionale. Per Daniele Franco si deve agire aumentando gli investimenti in ricerca e sviluppo, perché la sfida è innanzitutto tecnologica; si deve operare sulla tassazione della produzione di carbonio, che può essere ricollocato nei giacimenti di metano, una volta svuotati dal gas, con la cosiddetta carbon capture”. Oltre agli strumenti per regolare le emissioni e alla crescita delle fonti energetiche rinnovabili, “anche il nucleare è un’ipotesi interessante, ma un suo ritorno in Italia è un tema molto complesso”.
I tempi di transizione “saranno lunghi e costosi”, ha concluso l’ex ministro, e servirà investire anche su educazione alla sostenibilità e informazione. “La temperatura globale è un bene pubblico comune” e per tenerla sotto controllo “la cooperazione internazionale, anche attraverso accordi volontari in consessi come il G20, sarà fondamentale».
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.