Festival del Pensare Contemporaneo: non giriamoci tanto attorno. Grazie alla kermesse, Piacenza si è un po’ ritrovata nei blasonati palazzi del suo centro storico. Una bella vetrina di tre giorni, con tanta gente in giro di tutte le età, tanti appuntamenti da seguire e nomi di primo piano sui palchi dei relatori. Ci mancherebbe altro, vien da dire, visti i 500mila euro messi sul tavolo dell’evento da Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune cittadino e sponsor vari. Però del successo di partecipazione al Festival non si discute; che a seguire il cartellone ci siano state, come dichiarato dagli organizzatori, 19mila persone oppure la metà, dato che molti magari hanno seguito ben più di un singolo evento della manifestazione piacentina.
Novità e dibattito
Che cosa è mancato al nuovo Festival del Pensare Contemporaneo, fortemente voluto dal presidente della Fondazione Roberto Reggi e dal sindaco Pd di Piacenza Katia Tarasconi, e affidato ad Alessandro Fusacchia? Paradossalmente proprio le novità e il dibattito. Le prime perché nessuno degli ospiti, tanti lautamente pagati, ha raccontato qualcosa di nuovo o di inaspettato. E da questo punto di vista, più che del pensare, l’evento è sembrato un Festival del pensato, del risaputo, più o meno contemporaneo. Insomma, nessuno degli ospiti si è messo in discussione, ha detto davvero qualcosa in più, facendo notizia; e tutti hanno confermato ben note posizioni culturali e politiche.
Passiamo al dibattito, che poteva vivacizzare il pensato, incentivando il pensare. Alla nascita del Festival avevamo auspicato che non si trattasse di un evento a senso unico, figlio di un approccio pilotato e unilaterale. La scelta invece è stata quella di dare spazio in modo pressoché univoco ad esponenti culturali legati al centrosinistra. E anche quando sul palco era presente più di un relatore, il dibattito è stato di tipo confermativo, dove ognuno assentiva e corroborava con la sua opinione la visione o l’analisi dell’altro.
Pensiero unico e…
Non entriamo nel merito delle polemiche sul “pensiero unico” a volte pungenti, come quelle innescate per esempio dall’ex assessore alla Cultura di centrodestra Jonathan Papamarenghi, che hanno accompagnato la tre giorni. Una cosa però, la vogliamo ricordare: chi rappresenta comunque tutti i piacentini, come il Comune, o chi gestisce importanti risorse economiche che hanno origine dal territorio, come la Fondazione, dovrebbe premurarsi anche di garantire un aperto pluralismo delle sue iniziative.
Per finire, vi proponiamo l’approfondita analisi sul Festival del Pensare Contemporaneo, con relativi voti, firmata dal direttore di PiacenzaOnline Carlandrea Triscornia. Con l’auspicio che la seconda edizione di questa positiva kermesse, già confermata per il prossimo anno, allarghi davvero i suoi orizzonti culturali.
Festival del Pensare Contemporaneo di Piacenza: promosso a settembre 2024 ma con qualche “debito”
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.