Nel Pd di Piacenza non tutto è come sembra. Per un momento lasciate perdere gli stracci volati in Alternativa per Piacenza, l’affondamento della coalizione di centrosinistra e le sue plenarie che ricordano i tempi dei collettivi studenteschi. Le vere domande sostiene qualcuno sono altre: alle soglie del congresso provinciale e senza candidato sindaco per la corsa a palazzo Mercanti, che cosa succederà nel Pd piacentino? E siamo sicuri che il partito sia in crisi? A sentire alcuni bene informati non è proprio così e tutto sarebbe stato già definito in un accordo al femminile. Perché nel Pd di Piacenza le donne contano eccome: sono le gemme politiche del collier del partito.
De Micheli rilanciata
La vicenda piacentina si sarebbe sbloccata in seguito alla nomina di Paola De Micheli a responsabile nazionale del Partito democratico per il Pnrr. Un incarico di cui si parlava a dicembre, ben prima del suo annuncio ufficiale lo scorso 8 gennaio. Dopo il periodo “difficile” da ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e il cambio di segreteria da Zingaretti a Letta, sulla deputata piacentina da tempo era calato il silenzio. E questa situazione aveva creato non poche tensioni pure in città. Che fa? Torna o resta a Roma? Lei vuole rimanere nella Capitale, ma senza incarichi di prestigio…
In questo caso bisogna traguardare non tanto alle Comunali ma alle prossime elezioni politiche, che si svolgano o no prima della loro scadenza naturale a primavera 2023. De Micheli era a caccia di nuovi riflettori e ha giocato le sue carte. Magari non avrà soffiato più di tanto sul fuoco della crisi del centrosinistra locale, ma probabilmente la ricerca di una soluzione al problema Piacenza era sul tavolo.
Tarasconi presidente
La seconda gemma incastonata nel collier del Pd piacentino porta il nome di Katia Tarasconi. La consigliera regionale è stata più volte evocata come possibile candidata a sindaco della città; a detta di molti è l’unica che potrebbe sbarrare la strada a un bis di Patrizia Barbieri e del centrodestra. Ma sul piano politico il ritorno in pompa magna del leader della sua area di riferimento – stiamo parlando naturalmente di Roberto Reggi alla presidenza della Fondazione di Piacenza e Vigevano – è diventato un ostacolo a questa candidatura, da altri nel Pd ritenuta così ancor più divisiva.
Dunque ecco uscire dal cilindro la sua ecumenica elezione a presidente dell’Assemblea regionale del Partito democratico il 19 dicembre scorso. Mica pizza e fichi, come qualcuno potrebbe pensare. L’accordo sul nome della Tarasconi, si dice gestito direttamente da Reggi, sicuramente è passato al vaglio dei grandi notabili emiliani del partito e non solo in regione, da Franceschini a Delrio, per non parlare del placet del governatore Bonaccini. Quindi per Tarasconi è arrivato un riconoscimento interno di alto livello, pare più che sufficiente per soddisfare al momento le sue aspirazioni.
Gazzolo verso la segreteria
Infine ecco la terza gemma che dovrebbe essere incastonata per completare il collier alla celebrazione dell’imminente congresso provinciale. Pare che Paola Gazzolo, da tempo citata tra i candidati sindaco alla prossime elezioni, dovrebbe cambiare ruolo. E diventare la prossima segretaria del Pd piacentino, prendendo il testimone da Silvio Bisotti.
Gazzolo, ex consigliera e assessore regionale all’ambiente, oggi nello staff del presidente della Regione Emilia-Romagna, è da sempre vicina all’area politica di Bonaccini. E con la sua nomina alla guida della segreteria si chiuderebbe il cerchio di un accordo sull’asse Roma-Bologna-Piacenza.
E il candidato sindaco?
Resta aperta la questione del candidato sindaco del Pd e dei suoi alleati, da Articolo 1 alle varie liste civiche di contorno. Si dice che l'”epurato” Stefano Cugini, il capogruppo Pd in Consiglio comunale, accarezzi l’idea di andare al muro contro muro con il suo partito, candidandosi alla guida di una lista composta da forze di sinistra, 5 Stelle, ambientalisti e una parte dei civici di quest’area politica. Un rassemblement non di testimonianza, ma che potrebbe dire la sua, creando più di un problema in campagna elettorale. In sostanza, diventando per il centrosinistra quella spina nel fianco che nel 2017 è stato Massimo Trespidi con Liberi per il centrodestra.
Quindi? Fermo restando un dialogo aperto tra il Pd le forze moderate, ma tutto da verificare, qualcuno al momento allarga le braccia e la vede così: “Sapevamo che era già difficile battere la Barbieri prima, e adesso le cose si complicano. Servirebbe almeno un perdente di successo? Certo, mi sbaglierò, ma a meno di clamorose sorprese, non sarà facile trovare qualcuno che ci metta la faccia”. Altri invece chiedono ancora un po’ di pazienza. “Tra un paio di giorni sapremo se emergerà davvero il candidato salvifico di cui tanto si parla e in cui tanti sperano ancora”.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.