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Di Maio: i dolori del giovane leader, tra sondaggi e mele marce

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Di Maio e i 5 Stelle sotto attacco. E chissà se il pronto soccorso Grillo basterà a dare una svolta a una campagna elettorale che sta prendendo una piega non proprio agevole, tra sondaggi immobili e il montare del caso sui mancati rimborsi promessi dai “portavoce” del Movimento.

Crisi di crescita

I sondaggi dicono che il Movimento da un po’ non cresce più. Secondo gli esperti di Ixè, per esempio, sarebbe inchiodato al 28%. Sempre primo partito, ma seconda forza nazionale, se confrontato coi dati delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Con Forza Italia in crescita, Berlusconi e soci viaggiano oltre il 35%. E Nonostante l’emorragia del Pd (-5 punti in 4 mesi), il centrosinistra potrebbe superare il 26% grazie soprattutto a +Europa della Bonino.

Di Maio e le mele marce

Di certo, se la partita da qui al 4 marzo prima si giocava sugli indecisi, adesso quello che sta emergendo sui finti rimborsi rischia di diventare una sciagura per Di Maio verso gli elettori del Movimento. Il buco dei mancati versamenti al Fondo del microcredito da parte degli eletti uscenti (bonifici ordinati e poi annullati nelle successive 24 ore) si allarga sempre di più. E sta scatenando anche il malcontento della base.

Il leader dei 5 Stelle naturalmente non è rimasto a guardare. “La notizia, in un Paese normale, è che il Movimento 5 Stelle ha restituito 23,1 milioni di euro di stipendi” ha affermato Di Maio. “Quei soldi hanno fatto partire 7mila imprese e 14mila lavoratori. Non sarà qualche mela marcia a inficiare questa iniziativa che facciamo solo noi e, come sanno gli italiani, da noi le mele marce si puniscono sempre”.

Un buco milionario?

Sarà, ma come dicevamo, pare che le mele marce siano in aumento. Il buco sarebbe superiore al milione di euro. E secondo le fonti che hanno fatto esplodere il caso a le “Iene”, il numero di deputati e senatori coinvolti sarebbe a doppia cifra. Tanto che i vertici dei 5 Stelle hanno richiesto ufficialmente al ministero dell’Economia l’elenco dei parlamentari che hanno versato, con i relativi importi totali dei 5 anni. E pare che l’intenzione di Di Maio sia di pubblicarli e di espellere chi non ha ottemperato all’impegno.

Di Maio e i game over

Un’intenzione lodevole, ma è indubbio che per il candidato premier stia diventando una situazione sempre più difficile da gestire. Soprattutto se emergeranno davvero altri “ricandidati” morosi, che si affiancherebbero così ad Andrea Cecconi e Carlo Martelli, rei di non aver versato 21mila euro il primo, e 77mila il secondo. I due avrebbero già sottoscritto l’accordo di rinuncia alla candidatura. Ma secondo fior di giuristi, come nel caso di Emanuele Dessì (il candidato laziale rigettato dopo le notizie sui rapporti con il clan Spada e l’affitto di 7,7 euro al mese per la casa comunale), il documento non avrebbe nessun valore in caso di elezione.

Senza contare che comunque non tutti i “pizzicati” potrebbero accettare di fare un passo indietro in campagna elettorale. E seguire così la strada intrapresa da Catello Vitiello, candidato dei 5 Stelle nel collegio Campania 3. Secondo Il Mattino, Vitiello in passato è stato iscritto a una loggia massonica. E davanti al suo no alla richiesta di ritiro della candidatura per questo motivo, il Movimento l’ha diffidato dall’uso del simbolo. Per lui “È game over”, ha detto Di Maio.

L’ex e il ministro

Insomma, se non si tratta di impresentabili nel senso “giuridico” del termine, quelli che hanno barato sui rimborsi hanno tradito la fiducia degli elettori. E rischiano di sporcare la campagna elettorale dei 5 Stelle, attaccati da tutte le parti a causa loro. Ci ha pensato il “fuoriuscito” Pizzarotti. ” È l’epilogo di cose che ho detto più volte: l’onestà si misura non a parole, ma con i fatti”, ha sentenziato il sindaco di Parma. Non è stato da meno il ministro Calenda: “Se non gestisci i rendiconti, come fai con il Paese?”.

Soccorso Grillo

E allora chi più del vate del Movimento per rilanciare i 5 Stelle? Dopo la separazione consensuale dei blog, Grillo è ricomparso al fianco di Di Maio a Torre del Greco. “Non siamo tutti uguali. Chi lo dice cerca un alibi”, ha affermato il comico dal palco di piazza Santa Croce. Vedremo se le sue apparizioni si intensificheranno. Di certo Grillo sarebbe fondamentale per provare a serrare i ranghi, a convincere molti indecisi e a far dimenticare le mele marce. Ma anche per lui non sarà facile.

 

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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