Bollette a 28 giorni, il balletto continua. E a ritmo di farsa. Pensate: per aver mantenuto questa fatturazione, Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb, potrebbero pagare una multa di 1,16 milioni di euro a testa nel 2018. Una sanzione che fa il solletico al giro d’affari delle 4 compagnie telefoniche, che con questo “giochetto” intascano quasi 1,2 miliardi in più. Insomma, una situazione irrilevante per chi con le bollette a 28 giorni è passato ad emetterne da 12 a 13 all’anno, con un incremento medio della spesa a carico dei consumatori dell’8,6%.
Bollette a 28 giorni: rischio contagio
Il paradosso è che oltre a queste multe irrisorie, contro i colossi delle telecomunicazioni per ora sembra ci sia poco da fare. E senza un intervento deciso del Governo e del Parlamento, i consumatori italiani continueranno a pagare ingiustamente. In più, esiste anche il rischio contagio. Infatti, senza norme chiare, che vietino le bollette a 28 giorni, altri fornitori di servizi di pubblica utilità potrebbero optare per questa lucrosa soluzione che aumenta magicamente gli incassi.
Le mosse dell’Agcom
L’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, è in lotta contro i colossi telefonici dal momento in cui hanno applicato le bollette a 28 giorni ai contratti di rete fissa, considerati, rispetto al mobile, un servizio universale. Nella sua nuova normativa del marzo scorso, l’Autorità indicava come corretta la fatturazione mensile. Ed entro metà giugno Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb avrebbero dovuto adeguarsi. Ma niente da fare, le compagnie telefoniche non si sono spostate di un millimetro. In più hanno presentato un ricorso al Tar contro il provvedimento, che sarà discusso il prossimo 7 febbraio. Intanto, il mese scorso l’Autorità ha iniziato le procedure sanzionatorie nei confronti di Tim, WindTre, Vodafone e Fastweb. E ha lanciato un avvertimento alle pay tv, Sky in primis, che sono passate alle bollette a 28 giorni.
Calenda e il Parlamento
E il Governo, come si sta muovendo? Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, ha definito la bolletta a 28 giorni “una cosa inaccettabile, che va messa a posto il più rapidamente possibile”, sollecitando una soluzione del Parlamento. Nel frattempo, la deputata del Pd Alessia Morani ha presentato una proposta di legge. In sostanza, il testo depositato a Montecitorio prevede:
- L’obbligo della fatturazione dei servizi su base mensile.
- Il rafforzamento dei poteri delle Autorità coinvolte che commineranno sanzioni più alte, con la restituzione da parte degli operatori delle somme indebitamente percepite.
- L’autorizzazione alle aziende di comunicazione elettronica di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali solo per giustificato motivo.
Bollette a 28 giorni: tempi stretti
La proposta di legge Morani piace all’Agcom, che chiede multe più salate per chi applica aumenti mascherati. L’Autorità non contesta infatti la facoltà delle compagnie telefoniche di far crescere i prezzi. Ma “vuole assicurare che i consumatori siano informati in modo trasparente” ha spiegato a Repubblica Francesco Postreraro, uno dei 5 membri dell’Autorità. “In altri termini, liberi gli operatori di aumentare i prezzi, a condizione però che gli utenti ne siano pienamente consapevoli”, cosa che consente solo la fatturazione mensile.
A questo punto vedremo se la proposta di legge Morani sull’abolizione delle bollette a 28 giorni avrà una corsia preferenziale. Ma la soluzione più veloce e risolutiva, come sostengono le associazioni dei consumatori, è quella di un emendamento alla legge di Bilancio 2018, che purtroppo, guarda caso, non prevedeva nulla in merito.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.