Regionali dell’Emilia-Romagna: chi vincerà? La favorita è l’astensione. E i primi dati confermano una bassa affluenza alle urne. Se così fosse, domani alle 15, quando si chiuderanno i seggi da Piacenza a Rimini, sarebbe una brutta sconfitta per tutti.
Il voto è un diritto, ma anche un dovere, non dimentichiamolo mai. Verso la nostra storia (e non solo partigiana, come qualcuno cerca di mistificare); verso noi stessi e le nostre famiglie; ma anche verso gli altri, i più deboli e le nuove generazioni. Certo, fare una scelta significa assumersi delle responsabilità. In particolare quella di dare fiducia – una cosa seria, come recitava un vecchio slogan pubblicitario – indicando partiti, schieramenti e soprattutto, con nomi e cognomi, le persone che vogliamo amministrino la vita pubblica, in questo caso della nostra regione.
Ai diversi livelli amministrativi, mandiamo donne e uomini, come noi con tanti difetti, cui diamo l’incarico di occuparsi del presente e del futuro. Un incarico prestigioso e gravoso nello stesso tempo. Il ruolo più alto della politica. Una parola che troppo spesso viene svilita a sinonimo di interessi clientelari o di bottega e non alla tutela del bene pubblico.
“La politica non mi interessa e allora non vado a votare, tanto fanno sempre quello che vogliono”, rispondono in molti per non dire di peggio. Non siamo degli illusi, sappiamo benissimo cosa c’è dietro. Nei partiti si annidano anche personaggi che pensano ai loro interessi, da destra a sinistra. Ma questo non ci deve fermare, troppo comodo lavarsi le mani, anche per protesta. Gli onesti che credono in quello che fanno e meritano fiducia sono sempre la stragrande maggioranza.
Insomma, la posta in gioco è troppo alta per girarsi dall’altra parte. E il paradosso è dietro l’angolo anche alle Regionali dell’Emilia-Romagna: grandi numeri danno grandi responsabilità; pochi voti, una vittoria elettorale a colpi d’astensione, diventano un alibi, della serie tanto non interessa a nessuno… Allora, parafrasando Montanelli anche stavolta, turiamoci il naso. E finché democrazia significherà una testa un voto, liberi di scegliere, andiamo alle urne.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.