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Intercettazioni: a Piacenza i telefoni scottano…

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La Procura della Repubblica di Piacenza

Intercettazioni a Piacenza: i dati parlano chiaro. Sono usciti alla fine del mese scorso dalla documentazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Bologna. Nel periodo 2021-2022 le intercettazioni della Procura della Repubblica di Piacenza, autorizzate dal Giudice per le indagini preliminari, hanno riguardato 365 utenze telefoniche definite “bersagli”.

Da Piacenza a Rimini

Per capire il rilievo di questo numero d’intercettazioni eseguite dagli inquirenti piacentini vediamo la classifica regionale dell’Emilia-Romagna. Al primo posto c’è Modena con 380 intercettazioni, seguita da Bologna (376). Poi ecco Piacenza (365) e Parma (317). Ben al di sotto dei 300 “bersagli” le altre province: Rimini (248), Ravenna (155) Reggio Emilia (118) Ferrara (112) e Forlì (50).

Tuttavia, basta fare due conti rispetto alla popolazione residente nelle varie province (dati 2019) e ne escono numeri che vedono Piacenza di gran lunga al primo posto, con una utenza telefonica intercettata ogni 787 abitanti. In questa graduatoria è l’unica provincia della regione sotto quota mille. La più vicina a Piacenza è Rimini (1.367). Poi ecco Parma (1.425), Modena (1.858) e Ravenna (2.513). E meglio di Piacenza fanno anche le altre province: Bologna conta un telefono intercettato ogni 2.699 abitanti, Ferrara è a quota 3.086 e Reggio Emilia a 4.507; chiude Forlì con un’utenza sotto controllo ogni 7.893 abitanti.

Locale e nazionale

Il tema delle intercettazioni è molto delicato e va maneggiato con cura. Sul piano locale si inserisce in un quadro che vede da tempo la Procura di Piacenza, guidata dalla dottoressa Grazia Pradella, a pieno organico per numero di magistrati, ma con carenze pesanti sul fronte del personale amministrativo più che dimezzato. Una situazione definita come “gravissima” a Bologna dalla stessa procuratrice generale Lucia Musti.
A livello nazionale non va dimenticato invece che il tema è sempre al centro del dibattito, dopo le proposte del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che vuole limitare l’uso delle intercettazioni.

Qualche domanda

Sia chiaro: siamo consapevoli della loro utilità. E non vogliamo sostenere la necessità di tirare il freno su questo strumento d’indagine a disposizione dei magistrati inquirenti. Tuttavia, il dato su Piacenza lascia qualche perplessità. Certo, le indagini possono coinvolgere anche abitanti di altre province, con relative intercettazioni. Però, anche a fronte di 9.200 fascicoli trattati dalla Procura di Piacenza nel 2022, i magistrati inquirenti di via del Consiglio negli ultimi due anni hanno fatto un uso maggiore delle intercettazioni rispetto ai colleghi delle altre procure della regione.

Quindi: a Piacenza si contano più indagini in corso e soprattutto indagini di peso, che hanno giustificato questo numero di “bersagli”? Ricordiamolo ancora, stiamo parlando del biennio 2021-2022 e se qualcuno pensa per esempio all’inchiesta sulla Caserma Levante bisogna risalire all’anno prima. Nel 2021 era in atto quella sui sindaci dell’Alta Val Trebbia, che ha avuto conseguenze pesanti anche nel capoluogo piacentino. Ma è emersa con gli arresti del febbraio 2022, fermo restando che è ancora in corso e dopo un anno pare ormai vicina alla chiusura delle indagini.

Per il resto? Segreto istruttorio permettendo e senza allarmismi, di fronte a questi dati si tratta di capire se parliamo solo di diversi metodi d’indagine applicati dai magistrati degli uffici di vicolo del Consiglio o se c’è dell’altro. Per esempio, se siamo di fronte a un trend in crescita per un aumento della presenza sul territorio piacentino della criminalità organizzata, di fenomeni corruttivi o di altri reati che naturalmente vanno perseguiti con tutti i mezzi d’indagine, intercettazioni comprese.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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