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Segre, la bambina di Auschwitz diventa Senatrice: un onore per l’Italia

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Segre: un onore parlare di Lei. E non solo perché è diventata Senatrice a vita. La sua è una di quelle storie che fanno accapponare la pelle solo a pensarci. Classe 1930, deportata ad Auschwitz nel gennaio 1944, Liliana Segre è stata una dei 25 sopravvissuti sui 776 italiani con meno di 14 anni internati nel campo di concentramento nazista. E ad Auschwitz, la bambina già orfana di madre, che aveva tatuato sul braccio il numero 75190, ha perso il papà e i nonni paterni. La sua prigionia è proseguita nei campi Ravensbrück e Malchow, dove è stata liberata nel maggio del 1945.

Segre: un silenzio di 45 anni

Tornata in Italia, Liliana Segre ha taciuto per 45 anni. Poi ha deciso di cominciare a raccontare la sua storia nelle scuole milanesi. E dal 1990 è diventata una testimone molto preziosa e lucidissima di quell’immane tragedia chiamata Shoah.
Nel 2004 è stata insignita dell’onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Ciampi. L’anno dopo ha ricevuto la Medaglia d’oro della riconoscenza della Provincia di Milano. Nel 2008 è arrivata la Laurea honoris causa in Giurisprudenza dall’Università di Trieste. Mentre nel 2010 l’Università di Verona le ha conferito la Laurea honoris causa in Scienze pedagogiche.

Segre: un segnale importante

La decisione di Mattarella che “per altissimi meriti nel campo sociale” ha nominato Liliana Segre Senatrice a vita arriva al momento giusto ed è una scelta giusta. A ottant’anni dalle odiose leggi razziali. E a una settimana dal Giorno della memoria che ricorda le vittime dell’Olocausto. Ma va anche detto che con la sua nomina, il Quirinale forse cerca di chiudere in qualche modo le polemiche scatenate dal ritorno delle spoglie di re Vittorio Emanuele III, che quelle leggi razziali aveva avallato. Senza dimenticare le altre recentissime polemiche nate dall’infelice frase sulla “razza bianca” di Attilio Fontana, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia, terra di cui la Segre è un vanto.

Segre: contro l’indifferenza

“Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza, per contrastare la follia del razzismo, la barbarie della discriminazione e della predicazione dell’odio”, ha detto Segre. “Sento dunque su di me l’enorme compito, la grave responsabilità di tentare almeno, pur con tutti i miei limiti, di portare nel Senato della Repubblica le voci di quelle migliaia di italiani, appartenenti alla piccola minoranza ebraica, che nel 1938 subirono l’umiliazione di essere degradati dalla Patria che amavano. Che furono espulsi dalle scuole, dalle professioni, dalla società dei cittadini ‘di serie A’. Che in seguito furono perseguitati, braccati e infine deportati verso la ‘soluzione finale’. Soprattutto le voci di quelli, meno fortunati di me, che non sono tornati, che sono stati uccisi per la sola colpa di essere nati, che non hanno tomba, che sono finiti nel vento”.

 

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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