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Ausl di Piacenza: per la Pet serve un mutuo, ma per le cliniche private i soldi ci sono…

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Ausl di Piacenza: l’ultimo grido di malcontento arriva per l’assenza della Pet. Di che cosa si tratta? La Pet è un macchinario per la tomografia a emissione di positroni. Permette di diagnosticare precocemente i tumori, di valutarne dimensione e localizzazione, in ambito cardiologico, neurologico e ortopedico. Per la Pet, promessa all’ospedale di Piacenza da oltre due anni, però niente fondi regionali. Per acquistarla l’Azienda sanitaria dovrà fare un mutuo; mentre i fondi regionali ci sono per finanziare le cliniche private convenzionate. Una storia quantomeno curiosa, che merita di essere raccontata.

L’interrogazione di Stragliati

Come ha ricordato in un’interrogazione la consigliera regionale leghista Valentina Stragliati, “il 26 giugno 2020 durante la videoconferenza ‘Una storia, il dramma, il territorio. Emergenza e Post-Covid: riflessioni e orizzonti’, il presidente della Regione Stefano Bonaccini aveva annunciato l’arrivo della nuova strumentazione per la Pet da 3 milioni di euro, che ancora mancava nella provincia di Piacenza”, unica a non averla a disposizione.

Dopo l’annuncio però la Pet non è mai giunta all’ospedale Guglielmo da Saliceto. Una lacuna di cui Stragliati ha chiesto conto, sottolineando che costringe tanti piacentini ad andare “a Parma per effettuare l’esame, spesso iscrivendosi in calce a lunghe liste d’attesa, oppure a cambiare addirittura regione per raggiungere Cremona o Milano; un’attesa e un dispendio di energie inutili, senza contare i disagi di una trasferta in un momento così delicato della vita di un malato”. Nella sua interrogazione la consigliera chiedeva poi conto dei costi sostenuti dall’Ausl di Piacenza per le prestazioni Pet effettuate fuori dalla provincia dal 2020 ad oggi.

La risposta di Donini

Ieri in Consiglio regionale è arrivata la risposta dell’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini. Ha spiegato che si pensava di poter acquistare la Pet con i fondi del Pnrr; ma poi si è scoperto che queste risorse erano disponibili solo per sostituire vecchie apparecchiature. “L’Ausl di Piacenza così ha chiesto l’autorizzazione per un mutuo decennale, di 2,8 milioni di euro. La Giunta ha deliberato l’ok il 24 ottobre e c’è anche un parere tecnico favorevole”. L’Azienda sanitaria, ha aggiunto l’assessore, “prevede di coprire con fondi propri (690mila euro) i lavori edili di adeguamento dei locali. Il personale specialista di Medicina nucleare ha le competenze necessarie. La delibera per la gara ci sarà la prossima settimana, la scadenza dell’offerta sarà in gennaio, poi partirà la gara per l’acquisto della Pet”.

Donini ha elencato anche i costi della mobilità passiva. Nel 2020 le prestazioni Pet in regione sono state 532 per una spesa di 684mila euro, e 653 quelle fuori regione per un ammontare di 699mila euro. Lo scorso anno, trend in aumento: 624 prestazioni per 802mila euro in regione e 708 fuori regione per 758mila euro. Nel 2022 invece 379 prestazioni in regione per 487mila euro, mentre non sono ancora disponibili i dati Pet della mobilità extraregionale. Al netto di questa cifra, il costo della mobilità passiva dal Piacentino è stato comunque di 3,43 milioni di euro. Senza contare la spesa per le trasferte a carico dei pazienti.

I fondi alla clinica privata

La vicenda Pet stride con quella emersa sempre dal Bilancio preventivo 2022, presentato alla Conferenza Sociosanitaria dal direttore generale dall’Ausl di Piacenza Paola Bardasi il 10 novembre scorso. Un bilancio che ricordiamo ha messo in luce un buco di quasi 47 milioni di euro, disavanzo che dovrebbe essere ripianato dalla Regione Emilia-Romagna.

A pagina 18 del documento presentato da Bardasi si parla di “Riduzione delle liste d’attesa degli interventi chirurgici”. E tra le azioni previste c’è la “rivalutazione della vocazione delle varie sedi operatorie e della Casa di Cura Piacenza”. Che cosa si nasconde dietro a questa fumosa definizione tecnica?

Come ha già evidenziato Libertà, per Romeo Gandolfi, sindaco di Fiorenzuola d’Arda, dove l’ospedale aspetta le nuove sale operatorie dal 2016, si tratta di finanziamenti regionali destinati anche all’attività chirurgica della Casa di Cura Piacenza. Risorse extra budget concesse dalla Regione alle strutture private convenzionate, di cui, tra l’altro, sarebbe interessante conoscere lo specifico ammontare e la provenienza (Pnrr, altri fondi?).

Due pesi e due misure

Morale sulla sanità piacentina: per la Pet ospedaliera, dopo oltre due anni di attesa e per meno di tre milioni di euro, adesso serve un mutuo dell’Ausl e chissà quando verrà installata; mentre per finanziare le sale operatorie private convenzionate in un modo o nell’altro i soldi dalla Regione saltano fuori e arrivano alla svelta. Casi diversi e non comparabili? Sarà, ma sempre due pesi e due misure che lasciano perplessi pazienti e contribuenti.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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