Mauro Molinaroli: “Campioni nel mio cuore” è l’ultimo libro del noto giornalista cittadino che sarà presentato all’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano (via sant’Eufemia 13). L’appuntamento è giovedì 11 maggio alle 18: presenti Roberto Reggi, Gianfelice Facchetti e Dario Hubner, mentre a moderare l’incontro sarà il collega di Libertà Giorgio Lambri.
“Campioni nel mio cuore” è nato durante il periodo di convalescenza vissuto da Mauro Molinaroli in questi primi mesi del 2023, a seguito di un significativo problema di salute che ha condizionato la sua possibilità di svolgere ciò che per una vita intera ha sempre fatto: incontri, conferenze, discorsi per sindaci e assessori, articoli, reportage giornalistici e interviste.
Molinaroli, negli anni lei ha conosciuto persone che hanno significato tanto, e che sono emerse nei giorni della sua convalescenza: come mai?
“In questo lungo periodo di malattia iniziato nel novembre 2022 ho avuto modo, tra paure e ricordi, di trovare il coraggio e la voglia di mettermi al computer e di scrivere un libro molto personale; basato su di me e sui sentimenti, più che sugli altri e sul ruolo che questi possono avere all’interno del nostro sistema sociale. È stato come attraversare una vita intera da quando, ragazzino, andavo al vecchio stadio di Barriera Genova, fino all’età della maturità, in cui ho realizzato interviste con testimoni del nostro tempo che mi hanno dato particolare soddisfazione, come Lucio Dalla e Giampaolo Pansa”.
In questo suo viaggio sentimentale ci sono protagonisti dello sport, del giornalismo e della cultura: perché questo mix?
“Sono gli ambienti che ho frequentato di più, insieme a sindaci e amministratori pubblici, in 45 anni di lavoro e di relazioni. Tra gli sportivi ci sono persone che ancor oggi ho modo di vedere e con cui confrontarmi; mentre i protagonisti della carta stampata, del giornalismo televisivo e della cultura che ho voluto ricordare ci hanno lasciati per sempre. Anche se la loro presenza nel mio cuore è ancora viva: penso ad esempio a don Aldo Corbelletta, Gianni Brera, Gianni Mura, Stefano Fugazza, Massimo Tirotti, Francesco Cacciatore e Maurizio Mosca; persone che ho avuto modo di frequentare, che ho stimato moltissimo e che in questo catalogo dei sentimenti emergono, credo, nella loro peculiarità”.
“Campioni nel mio cuore” vede anche la presenza di personaggi entrati nel mito, come Fausto Coppi e Gino Bartali.
“Sì, anche per motivi anagrafici questi giganti del Dopoguerra non ho avuto modo di conoscerli; le loro storie però mi sono state narrate in famiglia, ma anche da Mura, Brera e dall’amico Mario Spezia. E poi, tra i ricordi giovanili ci sono Tiziano Stevan, un’ala del Piacenza degli anni 60 che ancora oggi porto dentro; Natalino Gottardo amico sincero di tante avventure; i tecnici biancorossi Gibì Fabbri e Titta Rota; poi ancora la schermitrice Giuseppina Bersani e la sua voglia di vivere; il tennista e imprenditore Giordano Maioli; il mitico Luigi (Cip) Tadini, Gianfelice Facchetti, un amico sincero col quale ci si vede troppo poco; e Gianni Rivera, l’eterno golden boy del calcio italiano, che ha il pregio dell’unicità e che ho avuto l’onore di avere alla presentazione di un altro mio libro dal titolo ‘Quando avevamo ragione. I miei anni Settanta’”.
Poi ci sono tante altre figure che nel libro hanno un ruolo ben preciso…
“Certo, come Vittorio Adorni e Felice Gimondi, Sandro Mazzola e Massimo Cerri, figure che ho conosciuto. Tra l’altro con Cerri ho un rapporto sincero, profondamente autentico e vero. Ho voluto mettere insieme questi ‘campioni’ di vita e narrare le loro storie insieme alle mie di scriba, nato e vissuto in provincia, che ha però organizzato incontri, convegni, interviste, che ha seguito per anni il Piacenza quando era in serie A; e grazie a queste esperienze è cresciuto e ha avuto modo di allargare i propri orizzonti”.
C’è qualcuno che Molinaroli ricorda con particolare affetto?
“Tutti. Se però devo scegliere penso a Fabio Gaudino, giovane imprenditore mancato troppo presto: intelligente, innamorato del calcio e dei giovani, aveva una visione e idee molto chiare; insieme a lui Dario Hubner, che sarà ospite della presentazione con Facchetti; perché Dario è partito da zero. Pensi, faceva il serramentista e giocava nei dilettanti, e pian piano è cresciuto, protagonista di una cavalcata che con il Piacenza lo ha portato ad essere capocannoniere della serie A. Voglio citare anche Francesco Cacciatore: un politico di razza, ma soprattutto un amico; e Maurizio Mosca, sincero e disponibile, aperto e purtroppo molto solo; ancora, Cip Tadini, grande uomo che aveva un appeal incredibile con noi ragazzi, era in grado di farci sognare”.
In “Campioni nel mio cuore” si sente la nostalgia…
“È un libro che intende regalare emozioni e raccontare stati d’animo legati a un periodo particolare della mia vita; tutti questi personaggi mi hanno fatto compagnia in un momento difficile, ma sono stati anche consolatori durante una lunga e difficile convalescenza. Ognuno di questi protagonisti del tempo è contemporaneamente una medaglia che luccica e il suo rovescio, che sa un po’ di malinconia. Ho scritto un libro generazionale, dove i ricordi si confondono con i desideri e dove il tempo è quello andato, quanto tutto era più facile e la vita più ingenua”.
È soddisfatto per quanto è riuscito a raccontare?
“Non so, difficile giudicare se stessi e poi non riesco mai a godermi nulla; è un mio difetto e sono già proiettato sul prossimo libro, sul romanzo della Democrazia cristiana a Piacenza. Voglio ringraziare di cuore Roberto Reggi, presidente della Fondazione che con la sua sensibilità si è dimostrato subito entusiasta nell’accogliere il mio desiderio di presentare questo libro all’Auditorium Santa Margherita; e voglio ringraziare anche Christian Fiazza, assessore alla Cultura del Comune di Piacenza con cui collaboro orgogliosamente come volontario Auser. Un ringraziamento sincero merita lo psicologo Stefano Sartori; e infine, ma non ultimo, desidero dedicare parole di sincera e profonda stima al dottor Francesco Passerini, che ha saputo essermi vicino con grande professionalità e una disponibilità rara di questi tempi, aiutandomi a rivedere la luce oltre il tunnel. Il libro però è dedicato a Lei: a mia moglie Simona”.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.