Chi sarà il nuovo Vescovo della Diocesi di Piacenza-Bobbio? Il suo nome potrebbe essere annunciato il 4 luglio per la festa di Sant’Antonino, il patrono della città emiliana. L’ipotesi è suggestiva e sta scatenando una serie di voci e di considerazioni sul suo identikit.
Intanto il totonomi. Sulla rosa di coloro che potrebbero prendere il posto del Vescovo uscente monsignor Gianni Ambrosio, che lascia dopo due anni di proroga (dedicati soprattutto all’impostazione delle comunità pastorali), apparentemente sembra non ci siano grosse novità. I favoriti restano i tre prelati di cui si parla da tempo. Monsignor Michele di Tolve, monsignor Bassiano Uggé, monsignor Claudio Giuliodori. E ognuno dei tre ha le sue carte da giocare.
Curriculum a confronto
Di Tolve, è il rettore del prestigioso Seminario Arcivescovile di Milano, situato a Venegono (Varese), ed è un amico personale di Papa Francesco. Uggè è vicario generale della vicina diocesi di Lodi ed è tra i sottosegretari della Cei, la Conferenza episcopale italiana. Giuliodori dei tre è l’unico già ordinato Vescovo. E da sette anni è assistente generale ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Detto dei tre nomi in pole position, va ricordata almeno un’altra ipotesi. E cioè quella forse un po’ complicata della spartizione della Diocesi di Fidenza, da dividere tra quelle di Piacenza e Parma, con l’arrivo del Vescovo dell’antico Borgo San Donnino, Ovidio Vezzoli, in Piazza Duomo. Un’ ipotesi che a un certo punto del percorso, soprattutto per l’allungamento dei tempi dell’uscita di monsignor Ambrosio, sembrava allo studio. Ma che ai più oggi pare tramontata. Per il resto, bocche cucite sui possibili outsider dell’ultimo momento.
Sfida difficile
“Chiunque sarà il prescelto, dovrà affrontare una sfida difficile”, racconta un parroco che conosce a fondo le problematiche piacentine. Per capirlo, basta scorrere i numeri. “La nostra è una delle Diocesi più grandi d’Italia. Coinvolge un territorio vastissimo, che oltre ai 46 comuni della provincia comprende le parmigiane Val Taro e Val Ceno. In totale conta ben 400 parrocchie, di cui circa l’80% è in montagna. Come se non bastasse, ci sono solo 200 preti e l’età media è piuttosto alta, poiché la stragrande maggioranza ha passato i 70 anni”. Una situazione che andrà affrontata in fretta. Per esempio, “pensando a una riorganizzazione che passi da nuove comunità pastorali con parrocchie che comprendano più comuni”.
Umanità e presenza
Ma al di là dei problemi da risolvere tutto dipenderà da come saranno affrontati. “Per Piacenza servirebbe un Vescovo di grande umanità come monsignor Ghizzoni o monsignor Malchiodi“, sottolinea un altro prelato. “Ma serve anche un Vescovo capace di avere il polso giusto su tutte le questioni amministrative”.
La prima? “Tornare a conoscere i suoi preti e le sue parrocchie una per una, come faceva monsignor Manfredini, sulle orme del grande Vescovo Scalabrini. Altro che visite pastorali programmate! Manfredini si presentava a sorpresa tra i fedeli della domenica, ascoltava la messa e poi restava a pranzo mangiando quello che passava la parrocchia, entrando così in poche ore nella sua vita dalla a alla z”.
Il Vescovo dei piacentini
Dopo un rapporto con il clero da rilanciare e riordinare, altro punto chiave è l’empatia da stabilire con i piacentini. E in questo caso c’è chi ricorda “la capacità dialettica di un monsignor Monari, che colpiva al cuore i suoi fedeli con le parole giuste”. Una capacità dialettica da unire però a segnali chiari per la comunità dentro e fuori “le mura”. Al Vescovo Ambrosio per esempio si “rimprovera” di aver avuto ben tre vicari generali durante il suo mandato (don Ferrari, don Illica e don Chiesa); mentre gli si riconosce una spinta risoluta verso la valorizzazione dei beni culturali e artistici della Diocesi avvicinandoli alla comunità, come nel caso della grande mostra sul Guercino o del rilancio del Museo della Cattedrale.
Ma non basta. Oggi la città e la sua provincia escono prostrate dall’epidemia di Covid come poche altre in Italia. “E quindi serve un Vescovo energico da tutti i punti di vista. Nell’indirizzare e controllare le scelte di associazioni e istituti, dalla Caritas ai Neocatecumeni; nel decidere sulle crisi interne, vedi casi alla don Segalini (l’ex parroco a giudizio per pedofilia, ndr); senza dimenticare le cariche in scadenza in Curia come quelle dell’Economato e dell’Istituto del sostentamento del clero”.
La partita politica
Infine c’è chi sottolinea il delicato rapporto con le istituzioni e i notabili di Piacenza. E qui serve un Vescovo che abbia una raffinata capacità politica, “naturalmente in rapporto all’affermazione dell’identità cristiana su tutti i difficili temi sociali ed economici all’orizzonte. Una guida e un interlocutore su cui la città possa contare e che dia un contributo essenziale alla sua rinascita”.
A questo punto l’ultimo dei nostri interlocutori allarga le braccia: “Lo so che l’identikit di un cinquantenne del genere è forse troppo ambizioso; ma noi siamo qui, pronti ad aiutare il nuovo Vescovo che di certo non lasceremo solo davanti a tutte queste sfide”.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.