Pamela Mastropietro aveva 18 anni. Il suo corpo è stato fatto a pezzi e ritrovato dentro due trolley nelle campagne di Pollenza, in provincia di Macerata. Sua madre, Alessandra Verni, che ha dovuto effettuare il riconoscimento dei resti della figlia, ha scritto un post su Facebook che fa accapponare la pelle per tutto il dolore e la rabbia che esprime: “Spero e prego che giustizia sia fatta!.. Quello che le hanno fatto è indescrivibile e così crudele che spero di vederli soffrire lentamente fino alla morte!.. Ti amo”.
Pamela, era una ragazza che aveva dei problemi. Se ne era andata da una comunità di recupero di Corridonia, dove era arrivata da Roma tre mesi fa per provare a superare la sua tossicodipendenza. Non era considerata un caso grave, dicono dalla comunità. E nessuno si spiega perché sia fuggita verso una fine così atroce.
Pamela: il presunto colpevole
Per la morte di Pamela è stato arrestato, con l’accusa di omicidio volontario, Innocent Oseghale. Nigeriano, 29 anni, richiedente asilo con il permesso di soggiorno scaduto, ha precedenti per droga. Era arrivato a Macerata nel 2014 e l’anno scorso era stato arrestato per spaccio. Rimesso in libertà e poi condannato, aveva fatto appello contro la sentenza di primo grado.
Oseghale è accusato anche di occultamento e vilipendio di cadavere. Tutto è contro di lui. Anche se, in attesa dei risultati tossicologici, gli inquirenti non escludono che Pamela sia morta per overdose. Nel suo appartamento comunque sono stati ritrovati gli abiti che indossava la ragazza al momento della scomparsa. Poi è stata sequestrata una mannaia sporca di sangue. E i rilievi della scientifica hanno evidenziato col luminol numerose tracce ematiche nei locali dove viveva Oseghale.
In più, il nigeriano è stato visto con Pamela. E c’è la testimonianza di un cittadino camerunense che l’ha accompagnato con la sua auto ad abbandonare i due trolley in campagna. Solo dopo la scoperta del cadavere, l’autista si è reso conto di ciò che è successo e si è presentato per raccontare i fatti.
Pamela: le reazioni politiche
Ce n’è abbastanza per scatenare i politici impegnati nella campagna elettorale. “Ora basta! Fuori dall’Italia tutti i clandestini!” tuona la Meloni. Salvini parla di “un’altra morte di Stato”. E rincara la dose incolpando la sinistra con “le mani sporche di sangue. Espulsioni, espulsioni, controlli e ancora espulsioni! La Boldrini mi accuserà di razzismo? La razzista (con gli italiani) è lei”. A stretto giro la risposta della presidente uscente della Camera. Il leader della Lega “coglie l’occasione per diffondere odio e pensa a lucrare voti con un cinico sciacallaggio. Lo spacciatore nigeriano dovrà pagare caro”.
Pamela: rispetto e sicurezza
Che dire, faremmo volentieri a meno di questo macabro teatrino. Prima di tutto per rispetto della famiglia di Pamela. E anche per chi sta svolgendo le indagini. Certo, la sicurezza è un problema sociale che ogni giorno diventa sempre più sentito dai cittadini, a partire dalle periferie. E la politica ha il dovere di affrontarlo con risolutezza, dando a forze dell’ordine e magistrati strumenti più forti per garantirla nei confronti di tutti quelli che commettono reati, stranieri compresi.
Pamela: non odio ma giustizia
Ma fomentare l’odio verso gli immigrati non è la soluzione. La criminalità, a partire dallo spaccio della droga, alla radice della tragedia di Pamela, arruola chiunque e non si fa certo problemi etnici. In più, non dimentichiamolo, la responsabilità penale è personale. E un assassino, se sarà provato che Pamela è stata uccisa, è tale indipendentemente dal colore della pelle e dal suo Paese d’origine. Quel che conta è che la giustizia che chiede la mamma di Pamela sia fatta senza sconti e senza guardare in faccia nessuno. E che diventi una giustizia vera, non da campagna elettorale.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.