Piacenza e l’ombra della ‘ndrangheta. Giuseppe Caruso, presidente del Consiglio comunale ed esponente di Fratelli d’Italia è stato arrestato. Secondo gli inquirenti, farebbe parte delle cosche che da tempo operano nella regione tra le province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza. E che storicamente sono legate alla famiglia dei Grandi Aracri di Cutro.
Da 30 anni a Piacenza
Il presidente del Consiglio comunale, 58enne di origine calabrese (Cosenza), da 30 anni lavora all’Agenzia delle Dogane della città emiliana. Ed è una figura politica ben nota nel centrodestra. Caruso infatti è stato in Consiglio comunale dal 2002 al 2012 (Alleanza Nazionale prima, Popolo della Libertà in seguito). Ed è stato rieletto nel 2017 con Fratelli d’Italia.
Le accuse a Caruso
Per procura e polizia, Caruso sarebbe un amico di Salvatore Grande Aracri, figlio del boss Francesco. Tutti i presunti reati però sarebbero stati commessi come funzionario delle Dogane di Piacenza. Prima della sua rielezione in Consiglio comunale. E senza commistioni con il suo ruolo politico.
Caruso dapprima avrebbe fatto entrare merce di una società della cosca senza far pagare l’Iva. In più è accusato di aver procurato una finta fattura per lavori mai eseguiti su un macchinario di una società mantovana legata alla ‘ndrangheta. La società, che si occupa di riso, doveva giustificare un ritardo su una fornitura legata a un finanziamento da sei milioni di euro della Gea, un’agenzia europea.
Meloni durissima
“Il coinvolgimento di Giuseppe Caruso, anche se non legato all’attività politica, ma al suo ruolo di funzionario dell’Agenzia delle Dogane che fa capo al Ministero dell’Economia, ci lascia sconcertati”, afferma Giorgia Meloni, leader di FdI, in un post su Facebook. “Confidiamo nel lavoro degli inquirenti; e auspichiamo che Caruso dimostri la sua totale estraneità in questa vergognosa vicenda. Ribadiamo con assoluta fermezza che in Fratelli d’Italia non c’è spazio per nessuna mafia e per noi, come noto, chi fa politica a destra e tradisce l’Italia merita una condanna doppia”.
Anche per questo, conclude Meloni nelle dichiarazioni sul caso di Piacenza, “Fratelli d’Italia è pronta a costituirsi parte civile nel processo per difendere la sua immagine e la sua onorabilità. Finché non sarà chiarita la sua posizione, Giuseppe Caruso è sollevato da ogni incarico e non può essere più membro di Fratelli d’Italia”.
I numeri di Grimilde
L’operazione contro la ‘ndrangheta, denominata Grimilde, vede in campo 300 uomini della polizia. Gli agenti sono impegnati anche in un centinaio di perquisizioni in tutta l’Italia. Coinvolgono anche soggetti non destinatari di misure cautelari, ma che sono comunque risultati collegati alla cosca.
Le indagini sui presunti appartenenti alle famiglie di ‘ndrangheta sono state coordinate dal Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia. Guidate dalla Squadra mobile di Bologna, si sono svolte in collaborazione con gli agenti di Parma, Reggio Emilia e Piacenza. Gli arrestati sono accusati di associazione di stampo mafioso; estorsione e tentata estorsione; trasferimento fraudolento di valori; intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro; danneggiamento e truffa aggravata.
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