Scuola: basta solo un dato per capire come sono messi gli edifici che frequentano ogni giorno milioni di studenti italiani. Dall’inizio dell’anno scolastico si sono già verificati 47 crolli. Uno ogni tre giorni, tra intonaci e distacchi di altre opere murarie. E si tratta di un vero record degli ultimi 5 anni, per un totale di oltre 250 episodi dal 2013.
Certificati? No, grazie
A lanciare l’allarme sullo stato preoccupante dell’edilizia scolastica del nostro Paese sono Save the Children e Cittadinanzattiva. Le due associazioni segnalano come su un patrimonio di oltre 40mila edifici dove si svolgono le lezioni soltanto il 53,2% ha un certificato di collaudo statico. E ben il 53,8% non è in possesso dei certificati di agibilità o abitabilità.
Non basta: 22mila edifici sono stati costruiti prima 1970. E a dieci anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila e i quasi 60 comuni del cratere, oltre 17mila scuole frequentate da 4,5 milioni di studenti sono in aree sismiche alta (zona 1) o medio-alta (zona 2).
Non dimenticare
Una situazione ad alto rischio, che riporta alla mente tragedie che a partire dal 2001 hanno mietuto 39 giovanissime vittime. Tra loro, come dimenticare i 27 bambini della scuola “Francesco Jovine” di San Giuliano di Puglia, morti il 31 ottobre 2002 durante il terremoto che ha colpito anche il Molise? O Vito Scafidi, morto il 22 novembre 2008 per il crollo di un controsoffitto nel Liceo “Darwin” di Rivoli, vicino Torino?
Fare ordine
In loro memoria e perché queste tragedie non si ripetano, Cittadinanzattiva e Save the Children con un manifesto in 9 punti hanno chiesto a deputati e senatori di tutti gli schieramenti politici di depositare e discutere in Parlamento una proposta di legge che superi soprattutto l’attuale frammentazione normativa. Per garantire finalmente a studenti e personale scolastico spazi sicuri e protetti che non mettano a rischio le loro vite.
Il caos normativo infatti è imperante. Come ricorda anche quotidiano.net, il settore oggi fa capo a circa un centinaio di riferimenti legislativi. Serve quindi una netta razionalizzazione di queste competenze sulla scuola, dove, a seconda del livello dell’istituto la palla su manutenzione straordinaria e ordinaria passa a comuni (scuola primaria) o province (secondaria), mentre la programmazione è regionale e i fondi arrivano dallo Stato.
Scuola: il piatto piange
Infine, latitano i finanziamenti. Ammontano solo a 80 milioni i fondi 2018-2021 stanziati per l’edilizia scolastica, che comprendono ristrutturazioni, antisimica e ricostruzioni. E sono solo 250 milioni quelli che riguardano i piani di sicurezza per strade ed edifici al 2033.
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