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Di Maio e il sondaggio horror: 5 Stelle nel baratro

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Di Maio: l’ultimo sondaggio è sempre il peggiore. Ormai va così da mesi. Tra una sconfitta alle regionali e l’altra (Abruzzo, Sardegna, Basilicata) per i 5 Stelle si è aperto il baratro sotto il 20%. Se prima sembrava una sostenibile linea Maginot in vista delle Europee e del contemporaneo voto in Piemonte, adesso sembra crollata anche quella. E guardando alle urne del 26 maggio per il Movimento si fa sempre più dura.

L’ultimo sondaggio di Ixé è infatti devastante. Nei rilevamenti effettuati tra il 29 marzo e il 1° aprile per Huffingtonpost.it, i 5 Stelle sono crollati al 19,1% delle intenzioni di voto. In un mese hanno perso oltre 5 punti, visto che a febbraio per l’Istituto demoscopico triestino i consensi erano al 24,2%. In complesso, rispetto al 32,6% delle politiche del 4 marzo 2018, la compagine di Di Maio ha lasciato sul campo 13,5 punti percentuali.

Sondaggi e Fattore Z

La Lega intanto cresce di oltre 2 punti e in un mese sale al 31,2%. Salvini stacca così Di Maio di oltre 12 lunghezze. Ma è il Pd a lasciare di stucco anche i più ottimisti sull’arrivo di Nicola Zingaretti alla segreteria. Nello stesso periodo, il “fattore Z” secondo i rilevamenti Ixé ha portato il Partito democratico al 22,6%. In marzo ha guadagnato cioè 4,6 punti, visto che partiva dal 18% del mese precedente. Guardando al voto delle politiche (18,7%), per i Dem è il miglior risultato mai raggiunto dal 4 marzo 2018.

In questo quadro, “il relativo recupero di consensi del Pd, tuttavia, non deve trarre in inganno”, sostiene Roberto Weber, presidente di Ixé. “In termini prospettici (guardando ai bacini di voto) il partito di Zingaretti sembra esercitare una certa attrazione sugli alleati minori, ma mostra un limitatissimo potenziale di richiamo su chi oggi vota Movimento 5 Stelle. Viceversa, la Lega, oltre a costituire un punto di riferimento per tutti gli altri attori tradizionali del centrodestra, continua ad esercitare una forte pulsione attrattiva per gli elettori del M5S”. In sostanza, sottolinea Weber, “la spinta alla polarizzazione di Salvini continua ad agire sotterraneamente, mentre non si riscontrano sufficienti elementi, nel breve-medio termine, per una crescita significativa del Pd”.

Berlusconi in frenata

Per il resto, va registrato nel sondaggio il passo indietro di Silvio Berlusconi, secondo solo a quello di Di Maio. Forza Italia, complici forse le tensioni interne legate alla dissidenza del governatore ligure Giovanni Toti, in un mese ha perso l’1,3% dei consensi e dal 10 scende all’8,7%. È il secondo peggior risultato dalle politiche (14%), dopo quello fatto registrare nell’ottobre scorso (8,4%). Sorride invece Giorgia Meloni: con Fratelli d’Italia adesso è al 4,9% (+0,8), mai così in alto dal 4,3% ottenuto il 4 marzo 2018.

 

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