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Arata: dopo l’arresto, nuove tensioni tra Lega e 5 Stelle

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Paolo Arata ad una manifestazione della Lega

Paolo Arata è stato arrestato e tra Lega e 5 Stelle sale la tensione. Con lui in manette anche il figlio Francesco. Sono accusati di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. In sostanza, di essere i soci occulti di Vito Nicastri, imprenditore siciliano dell’eolico già in carcere, ritenuto finanziatore del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro.

Arata è in carcere per disposizione del Gip di Palermo Guglielmo Nicastro, che ha accolto la richiesta della Direzione distrettuale antimafia guidata da Francesco Lo Voi. Dietro le sbarre è finito anche il figlio di Nicastri, Manlio, mentre è ai domiciliari l’ex funzionario dell’assessorato siciliano all’energia, sempre per corruzione, Alberto Tinnirello.

Arata e il caso Siri

L’ex deputato di Forza Italia, già docente universitario, imprenditore nelle rinnovabili e vicino alla Lega, era salito agli onori delle cronache per la presunta mazzetta al sottosegretario del Carroccio Armando Siri, poi costretto alle dimissioni dal premier Conte. Secondo i magistrati, in cambio di 30mila euro, Siri avrebbe presentato un emendamento al Def sugli incentivi al mini-eolico, che non è mai stato approvato, per favorire le attività di Arata.

Parla Salvini

Dopo la notizia dell’arresto di Arata e di suo figlio sale nuovamente la tensione tra Lega e 5 Stelle come ai tempi del caso Siri.
Matteo Salvini ha tenuto subito a precisare che Arata “è venuto a un solo convegno della Lega e poi ho scoperto che era nostro consulente per l’energia, mio personale…”. Per il ministro dell’Interno, “anche i giornalisti dovrebbero fare più attenzione quando scrivono certe cose. L’ho incontrato una volta, non conosco gli atti”. E alla domanda se è preoccupato per gli sviluppi dell’inchiesta ha risposto: “Assolutamente no”.

Gli attacchi dei 5 Stelle

“Rispetto il lavoro della magistratura, non voglio entrare nel merito, certo in questo caso la puzza di bruciato si sentiva da lontano…”, ha detto Luigi Di Maio, commentando l’arresto degli Arata con l’AdnKronos. “Ogni volta che c’è un minimo sospetto su qualcosa, in cui emergono legami con la corruzione e la mafia, la politica deve saper subito prendere le distanze”.

Il ruolo del guastatore l’ha assunto invece in un lungo post su Facebook Alessandro Di Battista. L’ex deputato 5 Stelle prima ha speso parole a favore della continuità dell’esecutivo. “Il governo vada avanti perché c’è un contratto da rispettare con ottime proposte ancora da realizzare. Allo stesso tempo il Movimento deve continuare a denunciare il malaffare dilagante, malaffare reso possibile dalle relazioni pericolose dei partiti”.

Parallelamente però Di Battista non ha lesinato pesanti critiche agli alleati, ricordando tra l’altro come l’altro figlio di Arata abbia “ottenuto un contratto a Palazzo Chigi grazie a Giorgetti“.
Per l’esponente dei 5 Stelle la Lega è “un partito che non sta rubando a Forza Italia solo voti. Purtroppo gli sta rubando uomini e dinamiche”; sottolineando che Arata, “prima di diventare (secondo i giudici) ‘socio occulto di Vito Nicastri, a sua volta legato al boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro’ e prima di partecipare a convention leghiste sull’energia è stato deputato proprio di Forza Italia. D’altronde il berlusconismo proverà a sopravvivere allo stesso Berlusconi. Come? Diventando il tratto distintivo di altre forze politiche”.

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