Economia

Bonus giovani: basterà per rilanciare le assunzioni?

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Bonus giovani: il Governo è al lavoro per fissare tetto e obiettivi del nuovo provvedimento, che prevede un taglio del 50% dei contributi per 3 anni. La cifra su cui stanno lavorando i tecnici è di 3mila euro l’anno. Con questo incentivo, Palazzo Chigi punta ad ottenere il 30% di assunzioni in più di quelle fisiologiche. E cioè che le aziende farebbero ugualmente senza i nuovi sgravi. Il bonus giovani tra l’altro si sostituisce al vecchio bonus collegato al Jobs act in scadenza a dicembre. Così come alle attuali agevolazioni per le trasformazioni dei contratti di apprendistato e derivati dall’alternanza scuola-lavoro in contratti a tempo indeterminato.

Bonus giovani: i conti del Governo

Secondo i calcoli del Governo, si arriverebbe così a 247mila nuovi posti in più nel triennio, attraverso la trasformazione in contratti a tempo indeterminato dei rapporti alternanza scuola-lavoro e dei contratti di apprendistato. In totale il bonus giovani – aperto il prossimo anno agli under 35 e poi solo fino a 29 anni – porterebbe così a 1.227.000 assunzioni stabili tra il 2018 e il 2020. L’apporto annuo sarebbe dunque superiore a quanto avvenuto nel 2016. L’anno scorso infatti, secondo l’Osservatorio sul precariato dell’Inps, fino a 29 anni d’età sono state assunte a tempo indeterminato 313.827 persone (311.373 nel 2014, mentre il 2015 non fa testo, perché gli sgravi erano indipendenti dall’età degli assunti).

Occupati più vecchi d’Europa

Ma questo 30% di assunzioni in più in 3 anni è sufficiente per “aggredire la disoccupazione giovanile”, come ha detto di voler fare il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan? A guardare l’ultimo report della Cgia di Mestre qualche dubbio viene, anche a fronte del calo demografico, dell’allungamento dell’età media e di quella lavorativa. Nel 2016 l’età media degli occupati in Italia si è attestata infatti a 44 anni, contro una media di 42 registrata nei principali Paesi dell’Unione europea. Così noi abbiamo la popolazione lavorativa più anziana d’Europa. Ma ciò che colpisce di più è il trend di crescita, con un aumento dell’età media dei lavoratori di 5 anni negli ultimi due decenni. Un incremento che non è stato così rilevante in nessun altro Stato europeo.

Bonus giovani: la crisi degli under 30

E i giovani? In Italia contiamo solo il 12% di occupati tra i 15 e i 29 anni. In Spagna invece la percentuale sul totale è al 13,2, in Francia al 18,6, in Germania al 19,5. Mentre nel Regno Unito arriva addirittura al 23,7%. “Tra il 1996 e il 2016, sebbene lo stock complessivo dei lavoratori occupati in Italia sia aumentato, i giovani presenti negli uffici o in fabbrica sono diminuiti di quasi 1.860.000“, spiega la Cgia. “Nella fascia di età 15-29 anni la variazione è stata pari al -40,5%, contro una media dei principali Paesi Ue del -9,3%”. Il risultato di questo andamento? Che i giovani italiani non trovano lavoro. E l’anno scorso in quasi 50mila hanno lasciato il nostro Paese nella speranza di trovare un’occupazione all’estero. Vedremo se il bonus giovani sarà in grado di invertire questa tendenza o se servirà fare di più.

 

 

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