Cultura

Margarita d’Austria: Piacenza celebra la regina di palazzo Farnese

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Da sinistra: Massimo Solari, Manrico Bissi, Stefano Frontini e l'ologramma di Margarita d'Austria

Margarita d’Austria è tornata protagonista ieri a Piacenza nel “suo” palazzo Farnese a 500 anni dalla nascita (1522-1586). A lei è stata dedicata una conferenza che ha visto la presenza dell’assessore alla cultura Jonathan Papamarenghi, della direttrice dei musei farnesiani Antonella Gigli e, nel ruolo di relatori, il direttore del museo delle cere di Grazzano Visconti Stefano Frontini, l’architetto Manrico Bissi, l’avvocato e scrittore Massimo Solari.

Realtà virtuale

All’inizio è stato presentato un suggestivo ologramma (realizzato dalla start-up SyncLab di Lecco) nel quale la stessa Margarita si rivolge agli spettatori, mostrando i palazzi da lei voluti (Palazzo Farnese a Piacenza e a Ortona, Villa Madama a Roma) nel corso della sua vita. Alla fine, come sorpresa, anche il figlio Alessandro (sempre in ologramma) ha salutato il pubblico presente.

 

Dopo un breve indirizzo dell’assessore Papamarenghi è intervenuto Stefano Frontini che ha ricordato che non si celebravano solo i 500 anni dalla nascita di Margarita ma anche i 50 anni dell’apertura al pubblico di palazzo Farnese, grazie all’impegno del senatore Alberto Spigaroli.

Madama d’Europa

L’architetto Bissi ha invece esaminato il ruolo politico europeo di Margarita, da lui definita “madama d’Europa”, ricordando il suo impegno come governatrice delle Fiandre per conto del fratello re di Spagna Filippo II e i suoi rapporti con la popolazione fiamminga. Per chi non è esperto della storia europea del ‘500 ricordiamo che la popolazione delle Fiandre (odierna Olanda) era stata convinta dalla riforma luterana mentre i dominatori spagnoli erano rigidamente cattolici. Non era solo un problema di religione: i fiamminghi erano commercianti estremamente cosmopoliti, accettavano volentieri ebrei e arabi, cacciati dagli altri Stati. Così le Fiandre del ‘500 erano davvero una polveriera destinata a deflagrare. E infatti, conclude l’architetto Bissi, dopo 80 anni di guerra l’Olanda trova la sua indipendenza dalla Spagna.

 Amori tribolati

L’avvocato Solari, autore del volume Le regine di Piacenza (ed. Lir) che passa in rassegna le figure della piacentina Calpurnia, moglie di Giulio Cesare, dell’imperatrice medievale Angilberga, di Margarita d’Austria e di Maria Luigia, moglie di Napoleone, ha parlato invece della vita privata della Duchessa.

Partendo dalla considerazione che palazzo Farnese, da lei fortemente voluto, era frutto del suo cattivo rapporto con secondo marito, Ottavio Farnese, Solari ha raccontato il primo matrimonio di Margarita con Alessandro de Medici; la sua fascinazione per il successore Cosimo I e poi il matrimonio con Ottavio, da lei tanto osteggiato (si era presentata alle nozze nella cappella Sistina vestita di nero) e sterile per sette anni.

Un figlio condottiero

Dopo la nascita dei due gemelli Alessandro (futuro condottiero nelle Fiandre e effigiato in piazza Cavalli) e Carlo, quest’ultimo morto in tenera età, Margarita non aveva nessuna intenzione di vivere a Parma col marito. Così sceglie Piacenza come sua residenza d’elezione e chiede al grande architetto Vignola la costruzione di palazzo Farnese. Palazzo nel quale Margarita non abiterà quasi mai, perché molto presto si deve recare nelle Fiandre, poi nei suoi feudi in Abruzzo e ancora nelle Fiandre assieme al figlio Alessandro.

Passione per Piacenza

Il suo legame con Piacenza era talmente forte che ha preteso di essere sepolta nella basilica di San Sisto. Altrettanto commovente il motivo della sua morte: quando il figlio Alessandro le comunica che il re di Spagna, come ricompensa per le sue vittorie, ha deciso di restituire al ducato la cittadella di Piacenza (il demolito castello farnesiano, dove oggi sorge l’Arsenale dell’Esercito) Margarita si reca a Loreto per ringraziare la Madonna. Al ritorno prende un’infreddatura che la porta in pochi giorni alla tomba. Senz’altro una donna di statura europea, figlia naturale ma riconosciuta di Carlo V, l’imperatore amico di Tiziano e sui cui territori “non tramontava mai il sole”, ma nello stesso tempo innamorata di Piacenza e che ci ha lasciato la mole “fuori misura”, come ha osservato l’architetto Bissi, di palazzo Farnese.

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