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Migranti: la ricetta di Andrea Illy, un “caffè” a base di pragmatismo

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Andrea Illy, presidente di Illy Caffè e di Fondazione Altagamma

Migranti: per un attimo lasciamo perdere la politica e il caso Diciotti, il buonismo e la spettacolarizzazione delle visite alla Sea Watch. Piaccia o no, il fenomeno va guardato anche da un’altra prospettiva, che presta il fianco a un certo pragmatismo. Andrea Illy, presidente dell’omonima azienda specializzata nella produzione di caffè, ne ha parlato in un’intervista ad AdnKronos.

Fenomeno inarrestabile

“Il tema dell’immigrazione è di difficile soluzione. Abbiamo un bacino di oltre 1,5 miliardi di persone che vivono in difficoltà alla ricerca di un futuro”, spiega l’imprenditore triestino. Sono “persone che hanno difficoltà non solo di tipo economico o politico, ma anche di tipo climatico”. E quindi si tratta di “una massa di migranti inarrestabile”.

Migranti che servono

“Le uniche cose che si possono fare sono contenere il fenomeno e nel contenerlo cercare di gestirlo al meglio. Nel senso di limitare il più possibile il flusso di migranti illegale, mentre quelli che arrivano legalmente vanno messi a frutto”. Secondo Illy infatti l’Italia ne ha bisogno sotto il profilo demografico. Da questo punto di vista “siamo un Paese in calo. E solo gli immigrati possono invertire questa tendenza che altrimenti è nefasta per l’economia, perché con il calo demografico mancano i consumi e il gettito fiscale”.

Diversità e competitività

Ma ci sono anche altri aspetti da tenere in considerazione. Il principale per Illy è quello del rapporto tra competitività e diversità. “La competitività di un Paese dipende proporzionalmente anche dalla sua diversità”. Quindi per Illy “il fenomeno delle immigrazioni non è da demonizzare. I Paesi più competitivi al mondo, in particolare gli Stati Uniti, sono nati proprio dall’immigrazione”.

Migranti ed Europa

Il problema comunque non può essere lasciato solo nelle mani dell’Italia. Anche per l’imprenditore va gestito a livello di Unione europea. “Il fatto che la Ue non abbia trovato ancora un accordo per le politiche migratorie e nemmeno per un’organizzazione della gestione del fenomeno è un problema che ci lascia un po’ soli”, conclude Illy.

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