Scienza

Pesce ai bambini: la scienza conferma, più intelligenti e dormono meglio

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Pesce a tavola: i benefici prodotti sul nostro corpo dagli omega-3 sono sotto la lente d’ingrandimento degli scienziati da molto tempo. Diversi studi hanno associato l’assunzione di questa categoria di acidi grassi, presente prevalentemente nel pesce, a migliori prestazioni mentali e del sistema cardiovascolare.

Gli omega-3 giocano un ruolo fondamentale nella crescita e nel funzionamento dei tessuti neurali. Tanto che la loro assunzione in gravidanza è stata correlata da diversi studi scientifici con un migliore sviluppo neurologico del feto. Sviluppo confermato grazie alle migliori prestazioni dei bambini in termini di linguaggio, abilità motorie, coordinazione e quoziente intellettivo.

Altre ricerche hanno evidenziato la correlazione tra il consumo pesce e le prestazioni cognitive e scolastiche degli adolescenti. Oltre ad un ridotto declino cognitivo nell’età avanzata. Infine, la ricerca scientifica ha già dimostrato il miglioramento della qualità del sonno legata all’assunzione di omega-3.

Pesce, sonno e intelligenza

A questi numerosi studi ora se ne aggiunge un altro. E la nuova ricerca mette in luce per la prima volta il legame tra qualità del sonno e lo sviluppo cognitivo che deriva dall’introduzione del pesce nella dieta dei ragazzi. Un team formato da ricercatori della University of Pennsylvania di Philadelphia e del Brigham and Women’s Hospital di Boston evidenzia dunque la possibilità che il sonno sia il vero tramite tra l’assunzione di pesce e l’aumento dell’intelligenza.

Piccoli cinesi a tavola

Lo studio è stato condotto in Cina. Il team ha sottoposto un questionario a 541 bambini tra i 9 e gli 11 anni. Fra le domande una riguardava la frequenza con cui mangiano pesce. Con opzioni di risposta da “mai” fino a “almeno una volta alla settimana”. Dopo il questionario, tutti i bambini sono stati sottoposti ad un test per la valutazione del quoziente intellettivo basato sull’analisi delle abilità verbali e non verbali (Wechsler Intelligence Scale for Children-Revised).

Anche i genitori sono stati interpellati. A loro è stato sottoposto un secondo questionario standard per conoscere le abitudini del sonno dei bambini (Children Sleep Habits Questionnaire). Le domande erano tese alla valutazione della durata del sonno, del numero di sveglie notturne o della presenza o assenza di sonnellini pomeridiani.

Risultati chiari

Dall’analisi statistica lo studio ha confermato il maggior quoziente intellettivo nei bambini che hanno riportato un consumo di pesce almeno una volta alla settimana. In questo caso la differenze tra chi mangia pesce e chi lo consuma molto raramente è di 4.8 punti su una media di circa 100 punti.

Inoltre, dai test condotti sulle risposte dei genitori, i bambini a maggior quoziente intellettivo sono risultati anche quelli meno soggetti a disturbi del sonno. Da qui la conclusione: il miglior riposo potrebbe essere l’anello mancante tra gli omega-3 e il miglior sviluppo cognitivo.

Adrian Raine, coautore dello studio, spiega: “L’assenza di sonno e lo scarso intelletto sono legati a comportamenti antisociali. Avevamo già dimostrato che l’assunzione di omega-3 riduce il comportamento antisociale. Ora non c’è da sorprendersi che ci sia il pesce dietro a tutto questo”.

Più pesce ai bambini

Jennifer Pinto-Martin, altra autrice dello studio, intravede grossi potenziali nella ricerca. “Questo studio si aggiunge alla crescente evidenza che il consumo di pesce abbia effetti realmente positivi sulla salute. E che maggiori investimenti debbano essere fatti per promuoverne il consumo. I bambini dovrebbero essere spinti presto a mangiare pesce”.

Suggerisce poi di iniziare a 10 mesi, se il pesce è stato tritato molto finemente e a 2 anni con pesce non tritato. “L’introduzione di pesce così presto lo rende più appetibile ai piccoli in futuro”, prosegue Pinto-Martin. “Ci si deve quindi sforzare in tal senso, specialmente nelle culture in cui il pesce non è comunemente consumato. I bambini sono molto sensibili al suo odore. Se non sono abituati a questo, potrebbero rifiutarlo in futuro”.

Una volta alla settimana

Considerando la giovane età dei bambini i ricercatori non hanno analizzato i dettagli relativi a quale tipo di pesce venisse consumato. In ogni caso in futuro anche questo mistero dovrà essere risolto. E probabilmente lo studio verrà ripetuto su un campione di studio di età più avanzata.

La scienza per il momento ci raccomanda di aumentare la presenza di pesce nella nostra dieta. Farlo anche una sola volta alla settimana, come suggerisce lo studio, inserisce la famiglia nel campione dei “grandi consumatori di pesce” con gli annessi benefici che abbiamo visto per bambini ed adulti.

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Alberto Dalla Mora è professore associato del Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano. Ha al suo attivo più di 80 pubblicazioni scientifiche di livello internazionale ed è coautore di oltre 100 presentazioni a conferenze. Ha diverse collaborazioni a progetti di ricerca finanziati dall'Unione europea nell’ambito della fotonica.

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