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Sforza Fogliani: ecco quando i Comuni devono restituire l’Imu

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(foto Del Papa)

Imu: i coniugi o le coppie di un’unione civile, se possiedono due diverse abitazioni principali nello stesso Comune o in Comuni differenti, potranno beneficiare della doppia esenzione Imu, a patto che per ognuno di loro la casa risulti la sede della propria residenza anagrafica e dimora abituale.

La sentenza della Consulta

A stabilirlo è la Corte costituzionale, come spiega in un articolo il presidente dell’Ufficio studi di Confedilizia Corrado Sforza Fogliani: «Con sentenza di questi giorni (presidente Sciarra, relatore Antonini) la Corte costituzionale ha stabilito l’incostituzionalità della legge del 2014 che, ai fini delle agevolazioni Imu, prima casa, stabiliva che le stesse si avessero se, e per quelle case in cui, in esse abitasse il possessore, e l’intero nucleo famigliare vi dimorasse abitualmente e vi avesse anche la residenza anagrafica. La Corte costituzionale ha anzi dettato la corretta qualificazione dell’abitazione principale disponendo che per essa “si intende l’immobile iscritto o iscrivibile nel Catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente». 

In più, secondo Sforza Fogliani, «la Consulta ha usato parole di fuoco per la normativa rimasta paradossalmente in vigore per otto anni: nel nostro ordinamento costituzionale – è detto nella decisione – non possono trovare cittadinanza misure fiscali strutturate in modo da penalizzare coloro che, così formalizzando il proprio rapporto, decidono di unirsi in matrimonio o di costituire una unione civile». La Corte costituzionale, aggiunge il presidente dell’Ufficio studi di Confedilizia, «ha anche fatto un esempio veramente centrato: “In un contesto come l’attuale – ha detto – caratterizzato dall’aumento della mobilità del mercato del lavoro, dallo sviluppo dei sistemi di trasporto e tecnologici, dall’evoluzione dei costumi, è sempre meno rara l’ipotesi che persone unite in matrimonio o unione civile concordino di vivere in luoghi diversi ricongiungendosi periodicamente, ad esempio nel fine settimana, rimanendo nell’ambito di una comunione materiale e spirituale”».

Via ai rimborsi

Adesso si apre la partita delle richieste di rimborso Imu ai Comuni da parte dei coniugi per quanto pagato in eccesso. «Per ottenere la restituzione delle somme Imu indebitamente corrisposte, gli interessati devono presentare apposita istanza di rimborso al competente Comune entro cinque anni da quando è stato effettuato il versamento o da quando è sorto il diritto alla restituzione. Confedilizia ha istituito appositi Sportelli rimborso in ogni provincia, ma è auspicabile che i Comuni non trattino i cittadini come sudditi e almeno in questo caso diano prova di civiltà, restituendo spontaneamente le somme maltolte», conclude il presidente Sforza Fogliani.

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