Cultura

A Ferragosto Piacenza maglia nera della cultura

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Musei di palazzo Farnese, Piacenza: Madonna adorante il Bambino con San Giovannino. Alessandro Filipepi, detto il Botticelli 1475-80.

Piacenza a Ferragosto non fa rima con cultura. Come mai? Proviamo a fare un gioco: andiamo a palazzo Farnese per vederci il Tondo di Botticelli e il Fegato etrusco? No, è chiuso. Allora andiamo alla Ricci Oddi, la splendida galleria d’arte moderna di via San Siro. No, è chiusa anche quella. E fermiamoci qui: per la festa di mezza estate i portoni dei musei piacentini sono serrati dappertutto.  

Dopo il Guercino un brutto scivolone

Diciamo che dopo i fasti della mostra dedicata al Guercino, con i suoi 100mila visitatori, e i fiumi di parole sulle bellezze artistiche della città da valorizzare, è proprio un brutto scivolone. La denuncia è partita dal candidato sindaco sconfitto, Massimo Trespidi, già assessore alla cultura dell’amministrazione Guidotti nei primi anni 2000. Il nuovo assessore alla cultura, il leghista Massimo Polledri, si è difeso affermando che non è colpa del comune. Un balletto che brucia ancor di più, pensando che Piacenza è candidata a Capitale italiana della Cultura 2020. Ed è già in difficoltà – come ha ammesso il sindaco Patrizia Barbieri – per rispettare l’appuntamento di metà settembre con la presentazione del suo progetto di massima al ministero dei Beni culturali.

Piacenza e le vicine

Ma proseguiamo col nostro gioco. Figuriamoci se solo Piacenza ha i musei chiusi. E allora facciamo un giro d’orizzonte. A Mantova sono tutti aperti come a Parma. Non parliamo di Brescia: il complesso di Santa Giulia fa il botto. Musei aperti e gratis tutta la settimana con lo slogan “arte e divertimento”. Non possiamo dimenticare che la gestione di Santa Giulia è di una fondazione e non è comunale, che la Pilotta parmense è statale. E che i musei civici di Mantova sono distanti anni luce dai nostri. Quindi la figuraccia resta, che ci siano in giro frotte di turisti o quattro gatti.
Polledri si è giustificato, spiegando che gli addetti alla sorveglianza del museo farnesiano sono rimasti solo tre. E che la cooperativa di supporto all’attività di sorveglianza non ha fondi per gli straordinari, esauriti con la mostra sul Guercino. Si potrebbe obiettare che l’evento dedicato al pittore emiliano al Farnese ha chiuso il 4 giugno. E quindi che c’era tutto il tempo per correre ai ripari. Intanto Trespidi incalza. Attenderà al varco la nuova amministrazione di centrodestra (area da cui proviene anche lui) per verificare l’impegno che si metterà nella promozione culturale.

Piacenza: luna di miele finita

In effetti un po’ tutta Piacenza aspetta al varco la nuova giunta Barbieri. E dopo Ferragosto sarà finita la luna di miele. Non si potrà più dire “siamo appena arrivati” e “dobbiamo rimediare ai danni di 15 anni di centrosinistra”. Occorrerà un impegno serio. Polledri, nei giorni scorsi, aveva lanciato un invito a tutti i cittadini e alle istituzioni di buona volontà: chi vuole collaborare e inviare idee sarà il benvenuto. Il problema è che quando saranno arrivate le idee, bisognerà sceglierle e metterle in pratica. E l’agenda dell’assessore Polledri è quasi infinita. Dal nuovo museo archeologico all’utilizzo della chiesa del Carmine. Dalle risorse per palazzo Farnese, che paiono davvero al lumicino, ai rapporti con la Fondazione di Piacenza e Vigevano: sul tavolo le sorti del palazzo ex Enel, che potrebbe diventare la nuova sede della galleria Ricci Oddi. E speriamo che le figuracce siano finite con Ferragosto.

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