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Berlusconi: una manciata di voti lo separa dal Quirinale, riuscirà a salire sul Colle?

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Berlusconi: c’è stato un tempo in cui il leader di Forza Italia ai parlamentari del Movimento 5 Stelle non avrebbe fatto nemmeno “pulire i cessi”. Ma con il voto sul Quirinale alle porte Berlusconi è sempre più disposto a cambiare idea. La sua intervista al Tempo, in cui si dice favorevole al reddito di cittadinanza, viene unanimemente letta come un tentativo neppure troppo velato di ingraziarsi i voti della galassia grillina, scrivono Alfonso Raimo e Ugo Cataluddi dell’Agenzia Dire.

Il Cavaliere da qualche settimana ha dato il via a quello che si potrebbe definire un vero e proprio corteggiamento. Prima ha elogiato Conte – “ha un po’ il mio stile” – poi ha preso le difese dei navigator per il tramite del fidatissimo Brunetta; infine, ieri, l’endorsment sul reddito di cittadinanza. “È giusto, aiuta i poveri”, dice. Un tempo pensava che fosse “una presa in giro, una promessa impossibile da mantenere”.

I numeri per il Quirinale

Sullo sfondo c’è la lotteria delle votazioni per il Quirinale. Nelle prime tre servirà il quorum dei due terzi dei 1009 grandi elettori. Ma Berlusconi, verosimilmente, punta alla quarta votazione, quando basteranno 505 voti per assurgere al Colle più alto. Stando ai calcoli che circolano tra i gruppi parlamentari, al momento il Cavaliere potrebbe contare su una soglia vicina ai 480 voti. Di qui la strategia di appianare i rapporti coi nemici di sempre. E attrarne i consensi.

Accoglienza tiepida

Nei gruppi parlamentari dei 5 Stelle la prima reazione è tiepida. Fonti contattate dalla Dire avvertono che è il caso di usare la massima cautela. “Non possiamo votare Berlusconi al Quirinale. Prima o poi ci sarà una presa di posizione ufficiale dei vertici M5s a ribadirlo”, spiegano. Ma le stesse fonti invitano a riflettere su una circostanza: l’obiettivo del Cavaliere potrebbe essere un altro. 

Gli ex nel mirino

Il voto per il Quirinale, com’è noto, è a scrutinio segreto. Così, l’avance piuttosto esplicita del Cavaliere potrebbe sortire effetti non tra gli M5s, ma sugli ex. I destinatari reali, cioè, sarebbero quei 95 ex senatori ed ex deputati che costituiscono la componente più numerosa dei 267 cambi di casacca di questa legislatura. È vero che in gran parte gli ex grillini sono più radicali degli stessi 5 Stelle. Ma proprio per questo potrebbero finire per votare Berlusconi. “A voto segreto, quale migliore occasione per screditare il Movimento? Votano Berlusconi e dicono che sono stati i 5 Stelle a farlo”, ragionano nei gruppi pentastellati.

Quirinale a tempo

Tanto più che Berlusconi ha fatto circolare tra i parlamentari una versione delle sue ambizioni ben più accettabile di quella ipotizzata in un primo momento. Non si candida cioè a ricoprire l’intero settennato, ma ad essere il traghettatore tra questo Parlamento e il prossimo. Quando saranno elette le nuove Camere, con il taglio di un terzo di deputati e senatori, Berlusconi potrebbe dimettersi e agevolare l’elezione di un altro presidente della Repubblica. A quel punto potrebbe essere Mario Draghi.

Il punto di forza

Lo schema del Cavaliere ha un sicuro punto di forza. Con lo scioglimento delle Camere a luglio, e il voto anticipato a fine settembre, com’è accaduto in Germania, i parlamentari perderebbero tra gli 80 e i 90mila euro. Per questo anche Mario Draghi, se vuole essere sicuro della sua elezione al Colle, deve preparare un Governo che arrivi a fine legislatura. Con Berlusconi al Colle, invece, Draghi potrebbe tranquillamente proseguire a Palazzo Chigi per un altro anno.

Una manciata di voti

Il Cavaliere conosce la forza di persuasione che questi argomenti hanno. Per questo continua a tessere la sua tela a 360 gradi. Alla fine, qualora le opzioni Draghi e Mattarella bis sfumassero, Berlusconi proverebbe il tutto per tutto. Il sogno del Colle costa solo 30 voti.

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1 commento

  1. Ai miei tempi, la gente come B. veniva definita in modo analogo alle signorine che da tempi immemori esercitano una professione molto antica e mai passata di moda.

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