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Di Maio: siamo ai titoli di coda?

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Di Maio avrà tanti difetti e in quest’anno di governo giallo-verde ha commesso tanti errori, che hanno portato al crollo dei 5 Stelle alle Europee. Ma stavolta il coraggio gli va riconosciuto. Qualcuno dirà che doveva dimettersi subito dopo l’arrivo dei risultati che dimezzavano i voti del Movimento.
Ma anche accettare di mettersi in gioco, chiedendo un voto di fiducia agli iscritti della piattaforma Rousseau il 30 maggio dalle ore 10 alle 20 non è cosa da poco.

Alla resa dei conti

“Non sono mai scappato dai miei doveri e se c’è qualcosa da cambiare nel Movimento lo faremo. Se ci sono strutture o luoghi decisionali da creare: lo faremo”. Ma “prima di ogni altra decisione, oggi però ho anche io il diritto di sapere cosa ne pensate voi del mio operato”, scrive Di Maio in un post sul Blog delle Stelle.

“Voglio sentire la voce dei cittadini che mi hanno eletto capo politico qualche anno fa. Quindi a voi la parola. Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato”.

E Di Maio aggiunge: “Sarà tutto il Movimento 5 Stelle a scegliere. Se il Movimento rinnoverà la fiducia in me allora ci metteremo al lavoro per cambiare tante cose che non vanno. Io personalmente con ancora più impegno e dedizione. La domanda a cui rispondere è: ‘Confermi Luigi Di Maio come capo politico del Movimento 5 Stelle?'”.
L’accentratore

Come sembrano lontani i momenti d’oro, i balconi, le manine e tutto il resto, bruciato in 14 mesi dalle politiche del 4 marzo 2018. E se un’accusa si può condividere nei confronti di Di Maio è quella di essersi caricato di troppe responsabilità, troppe cariche e troppi impegni. Capo del Movimento, vicepremier, ministro dello Sviluppo economico e ministro del Lavoro (dicasteri prima separati).

Un accentramento che adesso viene visto anche nei 5 Stelle come la causa principale della sconfitta. Il singolare al posto del plurale, un uomo solo al comando invece della squadra. E questo anche se Di Maio rivendica con orgoglio i risultati del suo “regno”, pur se schiacciato dal continuo braccio di ferro con Salvini, che alla fine lo ha visto perdente.

Il bilancio di Di Maio

“Non mi sono mai risparmiato in nessuna campagna elettorale”, ricorda il vicepremier. “Ce l’ho messa sempre tutta anche quando nessuno ci credeva. Avevo promesso a tutti di portare il Movimento al governo da candidato premier e ci siamo riusciti. Avevamo promesso il reddito di cittadinanza, quota 100, di smantellare il jobs act, di bloccare le trivelle in mare e aiutare le piccole e medie imprese iniziando ad abbassare le tasse. Di investire nell’innovazione e di bloccare alcune direttive che stavano distruggendo il commercio”.

È per questi obiettivi, prosegue il leader dei 5 Stelle, “che ho deciso un anno fa di assumere l’incarico di ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. Non mi sono mai risparmiato. Mai avrei pensato che lavorare tanto potesse essere una colpa…”

Ore di fuoco

“Nelle ultime quarantotto ore – sottolinea Di Maio – hanno detto di tutto contro di me. Dichiarazioni di ogni tipo da ogni parte. Ho letto anche i vostri tantissimi messaggi. Alcuni di incoraggiamento, altri che mi hanno fatto riflettere. E di questo vi ringrazio. La vita, per ognuno di noi, è fatta di diritti e doveri. Non scappa nessuno. Non mi sono mai sottratto ad alcuna responsabilità, in questi anni ci ho sempre messo la faccia”.

“A differenza di alcuni, ma assieme a tanti anche di voi, sono sei anni che non mi fermo e credo di aver sempre onorato sempre i miei doveri, rendendone sempre conto a tutti gli iscritti e gli attivisti del Movimento”.

Adesso saranno loro a decidere il suo futuro. Perché è chiaro che da un voto negativo, Di Maio dovrà trarre le dovute conseguenze. E quello sulla piattaforma Rousseau – anche se gli scettici lo guardano con sospetto perché temono manipolazioni ad hoc – sarà un voto online che deciderà non solo il suo futuro politico e le nuove gerarchie all’interno del Movimento, ma probabilmente pure il futuro del governo Conte e dell’alleanza con la Lega di Salvini.

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