Diabete: si chiama Francesca Sacco e ha 34 anni. È la brava ricercatrice italiana dell’Università Tor Vergata di Roma che ha fatto una scoperta chiave sul diabete. Scoperta che potrebbe cambiare le cose nella cura del più diffuso, il diabete di tipo 2. Di che cosa si tratta? Durante le sue ricerche su topi sani e malati la biologa ha notato il ruolo di una proteina, la GSK3, sull’attività del pancreas. In pratica nei topi diabetici è sempre “accesa”, mentre in quelli sani è “spenta”.
Così, “abbiamo usato un inibitore per vedere se, bloccando l’attività di GSK3, riuscivamo a ripristinare la normale abilità di questi pancreas nel produrre insulina”, ha spiegato la Sacco all’Adskronos. Con risultati chiarissimi: “I pancreas dei topi diabetici trattati con questa molecola sono di nuovo in grado di produrre insulina”.
Una scoperta importante. Tanto che i risultati dello studio, basati sulla tecnologia proteomica, che la Sacco ha utilizzato per 5 anni nel laboratorio Max Planck di Biochimica a Monaco di Baviera con il professor Matthias Mann, sono stati pubblicati anche sulla prestigiosa rivista Cell Metabolism.
Diabete e sponsor
Per giungere a una cura, partendo da questi incoraggianti risultati preliminari, “ci sono ancora tanti passi da fare”, ha sottolineato la ricercatrice. Per essere altrettanto chiari però mancano le scarpe. “Allo stato attuale non ho un finanziamento per continuare la ricerca sul diabete; ma combatto per trovare uno sponsor”, ha concluso Sacco. E a questo punto, ente pubblico o privato che sia, sarebbe un vero peccato che nessuno si faccia avanti.
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