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Mario Draghi: che cosa farà da grande?

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Mario Draghi: molti mesi or sono pensavo di scrivere con alcuni amici al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendo di affidare la gestione del debito pubblico al professore ed ex governatore della Banca centrale europea.

Incarico ad ampio raggio, focalizzato sull’individuazione di strategie anche concordate con l’istituzione pilastro dell’area euro, la Bce appunto, che Draghi ben conosce. Sarebbe stato e continua ad essere la persona giusta per un tale cruciale e ben definito compito.

Poi Sergio Mattarella ha ritenuto di affidargli il compito di formare il Governo, anche su suggerimento Accademico. A distanza di qualche mese, se si fa il punto della situazione sotto il profilo vaccinale ed economico, forse si può affermare che il cambio di passo auspicato dai più sia rimasto a mezz’aria.

Il Recovery Plan è stato presentato, la campagna vaccinale prosegue un po’ zoppicante. Le riforme sono sulla pista di decollo in attesa che la torre dia via libera, ma non decollano. Il Governo sta in piedi anche per l’imminente scadenza della elezione del presidente della Repubblica.

Cosa farà ora Mario Draghi? Ritengo che i partiti sarebbero felici di liberarsene nel modo seguente: beneficiare della sua immagine, capacità, conoscenze,.. ma a debita distanza. Si potrebbe trovare un incarico in Europa, ma non è facile ed immediato.

Rimane l’elezione fra pochi mesi del presidente della Repubblica al fine di mantenere le caratteristiche di atlantismo ed europeismo, comuni ai recenti inquilini del Quirinale. Il centrosinistra ha più candidati che voti: lo Scrittore-missionario, la Michela, il Fanfulla, il Furbo, il Mezzobusto, il Trombato… mentre il centrodestra ha solo il Conte Zio.

Esiste un buon candidato politico ma i tempi non sono ancora maturi. Ne ho parlato tempo fa. Molti cittadini in ogni caso vedrebbero la soluzione Draghi presidente della Repubblica, un po’ imposta dall’alto ma passerebbero sopra come sempre hanno fatto.

Presto, al più tardi nel 2023 ci saranno le elezioni e ci sarà una maggioranza, almeno secondo i sondaggi. A quel punto il Recovery Plan sarà entrato nel vivo, qualche riforma vera o fasulla fatta e i partiti potranno riprendere il cammino fermato dalla parentesi Draghi.

Perché dico parentesi? Cosa non funziona nel modello Draghi? I cittadini sono abituati a politici nel bene e nel male con i loro difetti e i loro meriti oppure a parvenu (così definiti da giornali che per altro perdono copie) come Giuseppe Conte che però dimostrano interesse e impegno per il Paese.

Si trovano ora un ricco e distaccato signore, con adeguata pensione e buone proprietà, figli ben sistemati, e che ha fatto altro nella vita. Ha soprattutto mediato interessi tra le banche, tra i Paesi europei, che non ha invero lo slancio di un turbo ma di una auto Fiat.

Insomma, in tutto quello che ha fatto non vi è una forza effettiva di cambiamento, per esempio nella scuola, nella ricerca, nella formazione, nella giustizia e così via.

L’economia si sta riprendendo senza slancio in modo soporifero e con poca convinzione e partecipazione. Ci si aspettava una rivoluzione culturale, perché il Paese ha bisogno di una scossa. Invece abbiamo gocce di tranquillante.

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