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Rifiuti: ecco come uscire dall’emergenza, parola di Chicco Testa

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Chicco Testa, presidente di Fise Assoambiente

Rifiuti e polemiche. Salvini da Napoli annuncia: servono gli inceneritori per risolvere l’emergenza e li faremo. Di Maio risponde a stretto giro: gli inceneritori non c’entrano una beneamata ceppa… Chi ha ragione? A guardare come i 5 Stelle stanno gestendo i rifiuti di Roma qualche dubbio viene anche ai più puri di spirito. E come sempre il governo giallo-verde viaggia unito verso qualsiasi obiettivo, commentano i più educati.

Ma restando fuori dall’ennesima lite che infiamma i rapporti tra Lega e 5 Stelle, vediamo come la pensa Chicco Testa, che di ambiente si occupa da una vita. Con altre due “istruzioni per l’uso”: Testa è da sempre un uomo di sinistra e parla in veste di presidente di Fise Assoambiente. Che cos’è? Si tratta dell’Associazione delle imprese che operano nei servizi di igiene ambientale, recupero e smaltimento dei rifiuti e delle bonifiche. Quindi se da un lato rappresenta una potente lobby del settore, dall’altro affronta ogni giorno questi problemi. Chiarito il contesto, vediamo allora il quadro e le soluzioni disegnate da Testa per risolvere l’emergenza rifiuti in Italia e non solo nella martoriata Campania della “terra dei fuochi”.

Superare i preconcetti

“Realizzare l’economia circolare significa aumentare il numero degli impianti di gestione dei rifiuti, non diminuirli”, afferma Testa. “E soprattutto valutare concretamente e senza preconcetti le esigenze di gestione. Includendo tutte le opzioni previste a livello europeo. Quindi non solo prevenzione e riciclo, ma anche includere la termovalorizzazione per i rifiuti non riciclabili e la discarica per quanto non gestibile in modo diverso”.

Dalla Toscana alla Sicilia

Oggi per il presidente di Fise Assoambiente si registra una drammatica carenza di impianti anche di termovalorizzazione. “Ne servirebbero almeno una decina (come peraltro previsto dall’articolo 35 del cosiddetto ‘Sblocca Italia’) da collocare soprattutto nel Centro-Sud del Paese. In Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. E anche le discariche presenti sul territorio sono praticamente colme”.

Obiettivi europei

Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei (65% di riciclaggio, 10% discarica e 25% recupero energetico) secondo Testa “servono impianti di recupero (di materia e di energia) capaci non solo di sostenere il flusso crescente di rifiuti ma anche di sopportare fasi di crisi dei mercati esteri (vedi blocco delle importazioni di alcuni rifiuti da parte della Cina)”. In più, ribadisce, “servono impianti di smaltimento finale, capaci di gestire i rifiuti che non possono essere avviati a recupero e gli scarti generati dal processo di riciclo”.

Politica e imprese

In questo quadro, per realizzare gli impianti necessari, continua il presidente di Fise, “occorre una legislazione stabile, efficace e semplice. Con tempi di autorizzazione rapidi, un sistema di controlli uniforme, moderno e tempestivo”. Poi occorrono “operatori industriali capaci di fare investimenti ed innovazione. Un contesto culturale non ostile e una classe politica capace di mediare il conflitto”.

I numeri dell’emergenza

Su alcuni flussi di rifiuti “siamo all’emergenza: fanghi di depurazione, amianto, rifiuti pericolosi. Esportiamo circa 3 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui un milione di rifiuti pericolosi, e circa 0,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Un fenomeno in crescita, una assurdità ambientale ed economica”.
Infine, conclude Testa, “negli ultimi tempi i prezzi di conferimento all’estero sono aumentati. Ma in mancanza di impianti in Italia (sistema nazionale di impianti e stoccaggi allo stremo) si esporta per necessità e non più ‘per convenienza’. Peraltro verso realtà industriali che in Italia non si riescono nemmeno a realizzare, ubicate in Paesi ritenuti da molti modello di sostenibilità ecologica come Germania e Svezia”.

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