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The Voice of Italy: Rai2 ci riprova con tante novità

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Da sinistra: Francesco Renga, Al Bano, Costantino della Gherardesca, Cristina Scabbia, J-Ax

The Voice of Italy: a volte ritornano. Messo in naftalina per un anno, il talent musicale di Rai2 riappare sul piccolo schermo. Si comincia il 22 marzo in prima serata. La sfida non è facile: provare a rivitalizzare un format che nel 2016 aveva deluso, con risultati ben al di sotto delle aspettative (la puntata finale aveva raggranellato circa 2 milioni di telespettatori). Ma in viale Mazzini ci credono e hanno investito, rinnovando il cast e la formula del programma.

Da Pechino a The Voice

A tirare le fila di “The Voice” arriva Costantino della Gherardesca, che tra l’altro accoglierà dietro le quinte concorrenti e familiari. Noto per la conduzione di “Pechino Express” (sempre su Rai2), Costantino si presenta con fare agguerrito. “La mia conduzione sarà sempre all’insegna del potente uomo alfa. Perché anche un uomo gay come sono io può esserlo, anche prepotente all’occorrenza”. Insomma, promette, “non mi trasformerò improvvisamente nel mio amico Fabrizio Frizzi. Affronto per la prima volta un programma nazional popolare, ma le vere star sono i coach”.

The Voice: tre novità e un ritorno

I coach, appunto. Come dice Costantino dovrebbero essere loro a fare la differenza. Rai2 ne ha scelti tre completamente nuovi e che più diversi non si può: Al Bano, Francesco Renga e Cristina Scabbia, voce della band metal Lacuna Coil. Quarta poltrona invece per un ritorno, quello di J-Ax, già coach nelle edizioni 2014 e 2015. Un gruppo che di certo promette discussioni, polemiche e scelte che divideranno il pubblico per tener vivo l’interesse sul programma anche tra una puntata e l’altra.

The Voice: in 100 al buio

E veniamo alla nuova formula di “The Voice”. Per questa ripartenza “abbiamo guardato alle migliori esperienze internazionali”, spiega il direttore di Rai2 Andrea Fabiano. E allora più spazio alla suspence con le Blind Audition (le audizioni al buio). Le vedremo per 4 puntate su 8, con i coach impegnati a scegliere – tra 100 candidati accompagnati da un’orchestra dal vivo – i cantanti che prenderanno con sé dando loro le spalle. E solo dopo aver deciso, si volteranno e ne vedranno l’aspetto. Un modo per dare più peso al talento musicale, mettendo da parte l’immagine del concorrente e la sua storia. In queste serate Al Bano, Renga, Scabbia e J-Ax potranno anche utilizzare, ma una sola volta, il “Blocca coach”, escludendo uno dei colleghi dalla scelta del concorrente.

Knock Out, Battle e Finale

Dopo le 4 puntate al buio, resteranno in gara 48 concorrenti (12 per coach) che affronteranno le 2 serate successive, quelle del Knock Out. Qui sarà introdotta la poltrona del ripescando: un coach potrà scegliere di portare con sé un concorrente eliminato da un’altra squadra. Solo in 16 affronteranno la Battle, la 7ª e penultima puntata, con la possibilità di uno spareggio (Sing Off) all’interno di ogni squadra. Alla finale del 10 maggio arriveranno così solo 4 concorrenti (1 per coach). In diretta si contenderanno la vittoria, assegnata dal pubblico a casa, e il ricco contratto discografico con l’Universal.

Dimenticare X Factor

Insomma, l’obiettivo della 5ª edizione di “The Voice” è fare ascolti rendendo ogni puntata unica e attraente. Con al centro le performance dei concorrenti e tralasciando gli elementi da reality che ultimamente – dalle lunghe attese agli psicodrammi – hanno caratterizzato anche il rivale “X Factor”. Una bella sfida per provare a riportare la musica in primo piano. E per trovare nuovi cantanti che poi non scompaiano nell’anonimato, come è successo anche ai precedenti vincitori del talent di Rai2.

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