Spettacoli

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: quando il cinema riesce ancora a stupire

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Frances McDormand

Tre manifesti a Ebbing, Missouri per molti è già il film dell’anno. Un capolavoro che taglia a fette l’America, tra ingiustizie sociali, razzismo e misoginia. Con una regina assoluta sulla scena: Frances McDormand. L’attrice, diretta da Martin McDonagh (“In Bruges”, “7 psicopatici”), offre una prova strepitosa in un mix di dramma, thriller e commedia nera.

Una madre contro tutti

La storia è ambientata nella profonda provincia americana. La McDormand, indimenticabile interprete di “Fargo”, veste i panni di Mildred Hayes, una donna che ha perso la figlia stuprata mentre veniva uccisa. Dopo 7 mesi ancora niente colpevole. E la sua rabbia e il suo rancore crescono.

Così Mildred decide di rompere il silenzio. E di dare battaglia nel modo più plateale possibile. Noleggia tre cartelloni pubblicitari in disarmo su una delle strade alle porte di Ebbing, dove scrive a caratteri cubitali una serie di domande provocatorie indirizzate allo sceriffo della cittadina e ai suoi uomini.

La sua speranza è di ottenere finalmente giustizia per l’omicidio della sua Angela. Ma tra ipocrisia, sensi di colpa e perbenismo, a Ebbing non tutti approvano la sua scelta, a partire naturalmente dalle forze di polizia.

Quattro Golden Globe…

Da questo weekend in sala, “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”, si presenta al pubblico italiano dopo aver fatto incetta di Golden Globe (miglior film drammatico, miglior attrice in un film drammatico, miglior sceneggiatura e miglior attore non protagonista).

E accanto alla McDormand annovera altri interpreti bravissimi. Due su tutti: Woody Harrelson, nei panni dello sceriffo Bill Willoughby, e Sam Rockwell, che interpreta l’indimenticabile agente Jason Dixon.

…e quanti Oscar?

Ma naturalmente anche la regia del britannico McDonagh lascia un segno profondo, nel raccontare la guerra di questa donna straordinaria, piena di umanità e integrità, che offre uno spaccato della società americana ben più ampio della storia in sé.

Sempre in equilibrio tra farsa, dramma e grottesco, il film coinvolge, regalando emozioni forti, che ormai davanti al grande schermo non è facile provare. E allora vedremo se anche gli Oscar renderanno merito a “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”.

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