Cultura

Turner a Roma: il principe del romanticismo come non l’avete mai visto

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Turner come non l’avete mai visto. Dov’è possibile godersi il più grande pittore romantico inglese? A Roma, presso il Chiostro del Bramante, vicino a Piazza Navona. In questi suggestivi ambienti è in corso infatti l’importante mostra intitolata “Turner. Opere della Tate”. Si tratta di oltre 90 capolavori, tra i quali, schizzi, studi, disegni e oli mai esposti insieme in Italia, appartenenti a una speciale collezione donata all’Inghilterra alla morte dell’autore. Sono opere d’arte note al pubblico inglese come “Turner Bequest”, cioè lascito proveniente dallo studio personale che il pittore possedeva a Chelsea e conservate alla Tate Britain di Londra.

Turner: il maestro dell’acquerello

Nato nella capitale inglese, Joseph Mallord William Turner (1775-1851) proveniva da una modesta famiglia risiedente nel centrale quartiere della City, antistante il Tamigi. Da qui la sua giovanile passione per le acque fluttuanti. E per i riflessi di colori cangianti in una gamma infinitamente luminosa che idealmente congiunge cielo e terra.
Turner è il maestro dell’acquerello, sperimentatore quotidiano di nuove tecniche e grande osservatore della natura. Contemporaneo del neoclassicismo rifiuta fin dalla giovinezza la pittura manierista. E si concede ampie licenze stilistiche immergendosi completamente nelle dinamiche intrinseche della natura. Il mutare del clima, l’alternarsi delle stagioni, i cambiamenti di luce dall’alba al tramonto.

Lavanderia, natura e medioevo

Collezionista d’arte da sempre abile negli affari, alla morte del padre Turner si trasferisce nel quartiere di Chelsea. Lì vive in una casetta che gli amici scherzosamente chiamano “la lavanderia”, poiché dal soffitto pendono innumerevoli tele multicolori che servono da base per gli acquerelli. E il pittore, a ogni buon conto, viaggia sempre con una scatola di acquerelli in tasca al fine di poter ritrarre immediatamente ciò che lo ispira.

Intimo e riservato, Turner studia i cieli di Cornovaglia, le brume di Irlanda, le onde schiumose e gigantesche della Normandia. E conferisce ad ogni aspetto della natura un’entità spirituale e un vissuto intrinseco che conduce l’occhio dello spettatore alla dimensione del Trascendente. L’autore è anche affascinato dall’antico mondo medievale dei castelli e delle giostre che ritrae in misteriose tele notturne.

Turner: i viaggi in Italia

Poi, a 40 anni Turner visita per la prima volta l’Italia, varca le Alpi e giunge a Roma. Qui la folgorazione! Trascorre 6 mesi nel quartiere degli intellettuali inglesi nei pressi di Piazza di Spagna, frequentando circoli letterari e salotti e conosce da vicino le antiche vestigia dei Fori. Un’intera sezione della mostra è dedicata agli studi prospettici del Colosseo, dell’Arco di Tito, della Piramide di Caio Sestio.

Durante il secondo viaggio in Italia, Turner sosta a Venezia, rimanendo conquistato dalla combinazione di acqua e luce. Il suo interesse si svolge specialmente nei riguardi di angoli sconosciuti della città quali le zattere, l’Arsenale, i tanti campielli minori. Ma ecco lumeggiare le due immense tele di San Giorgio Maggiore vista dal Canal Grande e la Riva degli Schiavoni. Si tratta di due capolavori assoluti che rispecchiano l’entusiasmo e la spiritualità dell’artista che dipinge, come diceva il critico suo contemporaneo John Ruskin, “per il suo proprio diletto”.

Il fascino delle Alpi

Durante i suoi soggiorni all’estero, il pittore esprime sui propri taccuini il piacere estetico e visivo tratto dalle emozioni ora delicatissime, ora violente, che suscitano in lui i paesaggi e le opere d’arte conosciute. Viva e di particolare fascino la tela rappresentante il Monte Bianco ritratto nella luce aurorale di una mattinata estiva.
Turner vive con slancio l’emozione delle grandi catene alpine e in esse concepisce la divinità trascendente di una natura cupa e selvaggia popolata di rocce e fantasmi.  È il romantico soggetto e oggetto di amore per “il Tutto”, cantore di tradizioni e idiomi antichi, portavoce della nobile bellezza dei Padri come della tenerezza intima della natura amica.

La mostra capitolina, suddivisa in 6 sezioni, dedicate ognuna a un tema dell’autore, si conclude con una sezione multimediale nella quale si susseguono su schermi giganteschi le opere del pittore proiettate contemporaneamente. Curioso, infine l’approfondimento in lingua inglese sulla tecnica dell’acquerello. “Turner. Opere della Tate” resterà aperta fino al prossimo 26 agosto. Eccellente.

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Maria Giovanna Forlani, piacentina, ha compiuto gli studi classici; si è laureata in Storia e Filosofia ed in Lingue e Letterature Straniere; è diplomata in pianoforte e clavicembalo. Dopo aver insegnato nei Licei è diventata Dirigente Scolastico. Cultrice delle arti, grande viaggiatrice, amante del nuoto e grande camminatrice. Ama la natura e il teatro. È giornalista pubblicista, conferenziera e saggista ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni.

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