Decreto fiscale e conti correnti: in arrivo una stretta dei controlli per stanare gli evasori. Il provvedimento è stato licenziato dalla Commissione Finanze del Senato. E il suo testo amplia i poteri del Fisco che già oggi può “mettere il naso” nei conti correnti dei contribuenti con l’Agenzia delle Entrate. Dopo la sua approvazione infatti potrà agire in tal senso anche la Guardia di Finanza senza autorizzazioni preventive della magistratura. Ma questa non è l’unica novità dell’emendamento firmato dal relatore al decreto fiscale, il 5 Stelle Emiliano Fenu.
Fiamme gialle & Decreto fiscale
Per prima cosa l’accesso alla superanagrafe dei conti correnti, istituita a suo tempo dal governo Monti, sarà totale. l’Agenzia delle Entrate dovrà condividere con le Fiamme gialle tutti i dati disponibili. Stiamo parlando di saldi di inizio e fine anno, importi totali di accrediti e addebiti e giacenza media annua sui conti correnti.
In secondo luogo, come rileva anche Il Sole-24 Ore, i dati sui movimenti potranno essere conservati più a lungo di quanto è avvenuto finora. Oggi vengono archiviati per 5 o 7 anni, che diventeranno 10 approvato il decreto fiscale. Cosa significa? Che Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza avranno a disposizione più tempo per i loro accertamenti. E un periodo maggiore per valutare le operazioni dei contribuenti in odor di evasione che finiranno sotto la lente.
Rischio privacy
Tuttavia sul piatto c’è da risolvere il problema del trattamento dei dati personali. A maggior ragione dopo la bocciatura del Garante della Privacy che ha colpito la fattura elettronica. Questo giro di vite nei controlli sui conti correnti andrà approvato senza trascinare con sé dubbi sulle possibili violazioni nel trattamento dei dati personali. E per evitare intoppi futuri, come ricorda anche ilgiornale.it, saranno sentiti il Garante e le associazioni di categoria. In modo che il testo del provvedimento possa “prevedere adeguate misure di sicurezza, di natura tecnica e organizzativa, per la trasmissione dei dati e per la relativa conservazione”.
Dalla pace alla stretta fiscale
L’ultima considerazione è sul cambio di rotta del governo giallo-verde in poche settimane. Ricordate il cardine della pace fiscale, il famoso articolo 9 sulla “dichiarazione integrativa speciale”, che ha fatto traballare l’alleanza Lega-5 Stelle? Cancellato. La sanatoria con l’obiettivo di far emergere un massimo del 30% delle imposte non dichiarate con un tetto di 100mila euro annui dal 2013 al 2017 pagando il 20% non è più prevista in alcun modo. E con la stretta sui conti correnti inserita nel decreto fiscale, i falchi a 5 Stelle sembrano ormai prevalere sulle colombe leghiste.
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