Marcello Mastroianni: chi non lo ricorda? Eppure sul grande attore, c’è ancora tanto da raccontare e tanto da scoprire. È questo il senso della mostra dedicata alla sua vita, alla sua storia e ai suoi successi aperta all’Ara Pacis di Roma fino al 17 febbraio.
Gian Luca Farinelli ha curato questa retrospettiva ricca di suggestioni, nostalgica, poetica, fascinosa. Costruendo un percorso fantasioso ed eccentrico. Denso di ricordi personali, di documenti, di storie narrate, di pagine di biografia, di spezzoni di film, di flash di palcoscenico, in un’armonia di bellissime musiche e di immagini immortali.
D’altra parte gli ingredienti ci sono tutti. Mastroianni ha avuto una vita intensa e una carriera unica, piena di successi, durata mezzo secolo e scandita da oltre 100 film e innumerevoli spettacoli teatrali.
Tutto comincia sui palcoscenici parrocchiali a 22 anni, cioè nel 1946. Marcello ama profondamente la recitazione. E cerca ardentemente di intraprendere la carriera artistica in teatro, aggregandosi alle compagnie che gli offrono qualche ruolo.
Gli Anni 50 diventano il suo trampolino di lancio. Luchino Visconti lo ha scoperto e gli ha offerto tutte le chance possibili per entrare nella sua compagnia.
Ma nel 1959 è Federico Fellini a imporre al produttore Dino De Laurentis il giovane Mastroianni, preferendolo a Paul Newman per la parte di Marcello ne La dolce vita. “Ci vuole una faccia qualunque, un bel ragazzo di provincia, scanzonato, per questo ruolo di viveur notturno che corre dietro alle ragazze”, sostiene Fellini.
Nascono così un sodalizio di straordinario successo, che durerà una vita, e un attore che segnerà un’epoca (3 candidature all’Oscar come Miglior Attore. 2 Golden Globe. 8 David di Donatello. 2 premi per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes. E 2 Coppa Volpi al Festival di Venezia).
Un pezzo di storia italiana
E allora una retrospettiva su un attore come Mastroianni diventa inevitabilmente anche una pagina di storia nazionale. Perché i riferimenti personali e professionali, così come i richiami e i documenti su di lui, costituiscono un viaggio nel costume e nella cultura della società italiana lungo mezzo secolo. In sostanza Mastroianni è un tipico esempio di quel periodo. Anzi, si potrebbe dire che non solo abbia descritto e rappresentato gli italiani, ma che sia stato lui stesso parte attiva di un modo di pensare e di vivere, coerente con talune tendenze del tempo. Dal 1950 al 1996 (l’anno della sua scomparsa) l’Italia ha vissuto il miracolo economico, la rivoluzione dei consumi, dei costumi e dell’ordine familiare. E Mastroianni nei panni dei suoi personaggi ha raccontato ed espresso, con puntualità e con il linguaggio del teatro e del cinema, tutte queste trasformazioni.
Le ombre di Marcello
Ma c’è anche il Marcello privato con cui fare i conti. E sotto questo profilo prevale nella mostra un’aura di languida nostalgia, tipica anche del carattere del grande attore, quasi che si trattasse di un passato che non esiste più.
Mastroianni aveva confessato che uno dei suoi sogni non realizzati era quello di lasciare ai posteri qualcosa di solido che restasse nel tempo. “Io ho realizzato più di 150 film ma ho lavorato sempre con le ombre; l’altra vita, la vita reale, la presunta vita è stata messa tra parentesi e chissà se c’è mai stata davvero!”. Eppure con le sue ombre (e la sua vita) è diventato un divo assoluto. Ancor più indimenticabile dopo averlo incontrato di nuovo nelle sale dell’Ara Pacis.
Maria Giovanna Forlani, piacentina, ha compiuto gli studi classici; si è laureata in Storia e Filosofia ed in Lingue e Letterature Straniere; è diplomata in pianoforte e clavicembalo. Dopo aver insegnato nei Licei è diventata Dirigente Scolastico. Cultrice delle arti, grande viaggiatrice, amante del nuoto e grande camminatrice. Ama la natura e il teatro. È giornalista pubblicista, conferenziera e saggista ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni.