I Carabinieri nell’Arte: per la terza volta nella storia dell’Arma si allestisce una mostra dedicata a questo intenso rapporto. La prima è stata nel 1959, la seconda nel 1961, in occasione dei 100 anni dall’Unità d’Italia. La nuova esposizione capitolina è aperta fino al 5 maggio nell’ex Scuola per i Carabinieri a cavallo, poi Scuola ufficiali, e dal 1937 sede del Museo storico dell’Arma. A pochi passi da San Pietro (in piazza Risorgimento), il Museo nel corso degli anni ha consolidato un notevole patrimonio documentario che ripercorre 200 anni di vita dei Carabinieri ad iniziare dal 1814, quando venne fondata la Benemerita.
Il filo rosso che traccia il significato profondo della mostra I Carabinieri nell’Arte è l’intento celebrativo di una storia gloriosa, vissuta all’insegna del motto “Nei secoli fedele”, creato nel 1914 dal Capitano Cenisio Fusi. Motto che testimonia la partecipazione da protagonisti – dei singoli e dell’intera Arma – ai momenti più importanti e difficili della storia italiana, con innumerevoli sacrifici ed atti di eroismo.
Artisti e Carabinieri
Tutte vicende che hanno avuto un’eco profonda anche nel mondo degli artisti. Alcuni di chiara fama, altri meno noti, altri ancora esponenti dell’arte popolare.
Nelle 4 sale della mostra si trovano così opere provenienti da importanti gallerie pubbliche e da collezioni private. I quadri esposti sono 25. Numerosi i dipinti dei macchiaioli e dei naturalisti del tardo ‘800, e della pittura celebrativa degli anni 30 del ‘900. Sino alle tavole illustrative delle pubblicazioni popolari, che testimoniano il vivo interesse che l’arte di tutte le epoche ha manifestato per i carabinieri, in una cornice di simpatia popolare che ne ha accompagnato la presenza e le imprese.
Da Tafuri a Fattori
I Carabinieri nell’Arte nasce anche da una minuziosa ricerca storica. La sua immagine simbolo è la splendida tela dello Zaptiè Libico, dipinta dal salernitano Clemente Tafuri (1937). In rassegna anche Carabinieri al Pincio (1958) di Nino Caffè. Poi ecco Omaggio a Mondrian e Omaggio a Capogrossi (1957) di Pippo Rizzo. Da segnalare i Carabinieri a cavallo (1870) di Giovanni Brunori e quello di Salvatore Fiume (1972). Colpisce la penetrazione psicologica di Pietro Annigoni ne La perlustrazione (1965). Così come la Pattuglia (1971) di Gaetano Tanzi. Tra le opere di Giovanni Fattori spicca Carabinieri a cavallo in Maremma (1890).
Vita vissuta
I soggetti rappresentati sono gli stessi della quotidiana esperienza dei Carabinieri in ogni località del territorio nazionale. E le opere esposte tracciano una narrazione storica che trasforma la mostra in un utile strumento didattico anche a disposizione delle scuole di ogni ordine e grado. Unico sponsor della prestigiosa rassegna la Banca di Piacenza, mecenate sensibile agli aspetti più inediti e preziosi del mondo della cultura italiana.
Maria Giovanna Forlani, piacentina, ha compiuto gli studi classici; si è laureata in Storia e Filosofia ed in Lingue e Letterature Straniere; è diplomata in pianoforte e clavicembalo. Dopo aver insegnato nei Licei è diventata Dirigente Scolastico. Cultrice delle arti, grande viaggiatrice, amante del nuoto e grande camminatrice. Ama la natura e il teatro. È giornalista pubblicista, conferenziera e saggista ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni.