Cultura

Da Monet a Cézanne: gli impressionisti francesi come non li avete mai visti

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Impressionisti francesi, da Monet a Cézanne: prima mostra multimediale a Roma. L’esposizione è aperta fino al 3 marzo e si trova a Trastevere, presso il Palazzo degli Esami, ristrutturato e adattato per l’occasione in alcuni grandi ambienti.

Impressionisti virtuali

Diciamolo subito: fisicamente non sono presenti le opere d’arte del movimento antitradizionalista che prende le mosse nella Parigi del progresso e delle ambizioni imperiali negli anni ’60 del XIX secolo.
Ideata dall’australiana Grande Exhibitions, la mostra offre un viaggio virtuale (in sensory4) che si svolge attraverso le proiezioni dei capolavori dell’impressionismo su grandi schermi, accompagnate da cenni storici e biografici sugli artisti, e dalle musiche di Debussy, RavelCajkovskij e Offenbach.

Il visitatore vive intensi momenti d’emozione, con un’immersione totale nel colore che si compenetra con luce e musica. D’altra parte, “Senza il colore nei tubetti non avremmo avuto né Cézanne, né Monet, né Pissarro, né Manet e neppure l’Impressionismo”, scriveva Nadar (Gaspard-Félix Tournachon), il fotografo che nel 1874 aveva allestito la prima mostra del movimento artistico nel suo studio parigino, decretandone la nascita. E portati per mano dalla parola “impressionismo” si apprende che il nome del movimento è dovuto allo stesso Nadar, affascinato dall’opera di Monet Impression. Soleil levant. 

Impressionisti e musica

Non mancano poi flash di tranche de vie, citazioni, ricostruzioni di ambienti cittadini, un piccolo ponte sopra uno stagno di ninfee. Al centro della prima sala trionfa però la riproduzione del quadro Colazione sull’erba di Eduard Manet. Un capolavoro aspramente criticato e giudicato immorale a quei tempi, esempio mirabile di spensieratezza borghese. 

Nella seconda e ultima sala s’incontra l’elemento della percezione per eccellenza: la musica. Luce ed ombra, colori sfumati, immagini abbozzate emergono da un immenso schermo che proietta opere di Renoir, Monet, Degas, Manet, Pissarro, Toulouse-Lautrec. “Qual è il fondamento?” Degas risponde: “Musica e pittura sono l’inizio e la fine”.

Grandi materassini invitano a sdraiarsi per immergersi meglio nell’arte totale. Scriveva Monet: “Non basta conoscere il mestiere, devi avere la sensibilità. La scienza è apprezzabilissima ma l’immaginazione vale molto di più”. Un’affermazione che sembra il motivo conduttore della sala, mentre il visitatore si lascia trascinare dalla musica avvolgente in un panico abbandono.

Arte e multimedialità

Se stupisce alquanto la lontananza tra la tecnologia dell’impianto espositivo e la poesia degli impressionisti, l’esperienza della multimedialità offerta dalla mostra romana esalta una nuova concezione di fruibilità dell’arte, che riflette perfettamente il mondo di oggi.
I pochi giovani presenti alla mostra, tuttavia, interrogati sul senso della stessa, ahimè non hanno saputo cosa dire. Forse che l’arte figurativa resti incommensurabilmente superiore alla tecnologia?

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Maria Giovanna Forlani, piacentina, ha compiuto gli studi classici; si è laureata in Storia e Filosofia ed in Lingue e Letterature Straniere; è diplomata in pianoforte e clavicembalo. Dopo aver insegnato nei Licei è diventata Dirigente Scolastico. Cultrice delle arti, grande viaggiatrice, amante del nuoto e grande camminatrice. Ama la natura e il teatro. È giornalista pubblicista, conferenziera e saggista ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni.

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