Val di Pejo: piccola e costellata di graziosi paesini. Situata ai margini della luminosa e splendida Val di Sole, fa parte del Parco Nazionale dello Stelvio. Un ambiente ancora lontano dalla grande invasione turistica. Siamo ai piedi dell Gruppo dell’Ortles-Cevedale, verdissimo ed impervio. Accanto al solenne Adamello, che di recente è stato teatro di una suggestiva commemorazione in ricordo dei 100 anni dalla Grande Guerra.
Cogolo, Comasine e Celentino
La Val di Pejo (o Peio) è percorsa dal torrente Noce, che coi suoi ruscelli e le sue cascatelle scandisce romanticamente l’intera rete delle passeggiate. Ed è ricca di masi, vecchie malghe e piccoli alberghi ancora a conduzione familiare. Ricordiamo il paese di Cogolo, con l’antica chiesa di Santa Lucia. E la frazione di Comasine, dove è visitabile la casa della famiglia di Giacomo Matteotti. Presso la Comunità di Celentino c’è invece l’Ecomuseo. Racconta le tradizioni contadine e si concentra in particolare sulla storia della coltivazione e della lavorazione del lino.
Val di Pejo: terme e giardini
Numerosi sono i piccoli giardini botanici, concepiti per una conoscenza dettagliata di alberi e fiori. Basterebbe pensare alle diverse specie di pino, di abete e di larice, un mondo tutto da scoprire. E presso il paese di Pejo, noto anche per le acque termali, si trovano i Giardini Casanova. Mirabile esempio di coltivazione arborea, sono stati fondati da Olga Maria Casanova per valorizzare l’antica sapienza popolare legata alla terra e alle erbe officinali.
Memoria e cultura
Sempre a Pejo si trova il Museo della Guerra Bianca. Offre un documentatissimo viaggio tra le trincee ed i ghiacciai dell’Adamello. Poco lontano, c’è il cimitero austro-ungarico. Un toccante “memento mori” tra la storia delle famiglie che combatterono per l’Imperatore d’Austria. Ma lo spettacolo più solenne e imperscrutabile è il Ghiacciaio del Presena (3.000 metri d’altitudine), diventato la tomba di tanti alpini che persero la vita sfidando il nemico. Da qualche anno è stata ricavata nella roccia la cosiddetta “Galleria del Ghiaccio”, un museo che custodisce reperti bellici, lettere di soldati e ricostruzioni degli ambienti della Prima guerra mondiale.
In questo angolo del Trentino ci sono ancora gli urogalli, quelli narrati da Mario Rigoni Stern nella raccolta di racconti Il bosco degli urogalli. Oggi questi uccelli vivono nel sottobosco sopra Pejo e fanno sentire il proprio canto solo all’alba. Un canto soave, che viene da lontano. E che accompagna i visitatori e gli amanti del bosco, ripercorrendo antiche storie di montagna.
Maria Giovanna Forlani, piacentina, ha compiuto gli studi classici; si è laureata in Storia e Filosofia ed in Lingue e Letterature Straniere; è diplomata in pianoforte e clavicembalo. Dopo aver insegnato nei Licei è diventata Dirigente Scolastico. Cultrice delle arti, grande viaggiatrice, amante del nuoto e grande camminatrice. Ama la natura e il teatro. È giornalista pubblicista, conferenziera e saggista ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni.