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Fuga dalle città e il Covid-19 si diffonde: caos per il Dpcm 22/3/2020

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In fuga dalle città: ancora spostamenti verso sud dopo la pubblicazione del Dpcm 22/3/2020. Il nuovo esodo verso regioni d’origine e seconde case è legato a quanto stabilisce il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri al punto b dell’articolo 1: “È fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; conseguentemente all’articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 le parole “. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza” sono soppresse”.

Stretto preso d’assalto

Il primo a lanciare l’allarme sulla fuga dalle città verso sud è stato ieri sera il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci in un post su Facebook.

Poi, in un secondo messaggio, Musumeci, precisa: “Ho appena avuto conferma dalla prefettura di Messina che saranno ulteriormente intensificati i controlli sullo Stretto. Possono passare, alla luce del provvedimento nazionale, SOLO i pendolari che svolgono servizio pubblico, come sanitari, forze armate e di polizia. BASTA. Stiamo facendo sacrifici enormi e bisogna dare certezze a tutti i cittadini che questa fase è seguita con impegno”.
Intanto i sindaci del nord della Calabria chiedono di intensificare i controlli stradali con appositi check-point e, se necessario, con il supporto di agenzie private di vigilanza.

Toscana e vacanzieri

A dimostrare la pericolosità di questi spostamenti c’è quello che sta succedendo in Toscana. A Firenze cominciano ad emergere i dati sui casi di Covid-19 generati dai vacanzieri fuggiti dalle regioni del Nord, in particolare da Lombardia ed Emilia. Un morto su tre delle 91 vittime registrate in Toscana per il coronavirus è localizzato a Massa Carrara e in Versilia. Come riporta Il Tirreno, anche il presidente della Regione Enrico Rossi dà questa chiave di lettura. “Abbiamo tre situazioni critiche: Massa, Lucca e anche Pistoia. E ormai è chiaro: il fenomeno dei cosiddetti ‘vacanzieri’ ha inciso in modo determinante, la fuga nelle seconde case dei lombardi per quel che riguarda la costa a nord e, dall’Emilia per il pistoiese, è stata un moltiplicatore di diffusione dell’epidemia”.

Questi casi potrebbero risalire al 26 febbraio, quando 12 famiglie “evase” dalla zona rossa di Codogno arrivano a Marina di Massa. E prima di riaprire casa vanno a far spesa nei supermercati. Alla chetichella arrivano anche altre famiglie di industriali del lodigiano, milanesi e parmensi, che riaprono le ville rivierasche a Forte dei Marmi, Pietrasanta, Lido di Camaiore.

A Massa, grazie alle segnalazioni dei cittadini, l’Asl impone la quarantena. Ma in Versilia i “fuggitivi” si muovono con più libertà prima di essere intercettati dopo alcuni giorni.
E adesso, nonostante l’ordinanza di Rossi su autodenuncia e quarantena per chi arriva, la preoccupazione cresce per l’impatto di quella che può essere definita la grande fuga dal Nord. L’ondata avvenuta tra l’8 e il 9 marzo dopo l’improvvida anticipazione della bozza del decreto del governo. Una serie di arrivi che potrebbe generare un aumento dei prossimi casi di Covid-19 e non solo sulle coste della Toscana.

 

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