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Katia Tarasconi: il sindaco di Piacenza tra opossum, gravissime illazioni e la piazza di riffa o di raffa

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(foto Del Papa)

Piacenza registra l’ennesima risposta del sindaco Pd Katia Tarasconi alle dure critiche dell’opposizione sulla vicenda del parcheggio di piazza Cittadella. Un batti e ribatti ormai stucchevole, tra i “noi ve l’avevamo detto” della minoranza di centrodestra e i “noi siamo quelli del fare” della maggioranza di centrosinistra.

A bocce ferme la realtà racconta che il destino dell’autosilo interrato da quasi 15 milioni di euro di fronte a palazzo Farnese potrebbe essere deciso dal Tribunale cittadino. Ai giudici si sono rivolte infatti Piacenza Parcheggi-Gps, contestando la diffida del Comune e soprattutto la penale da oltre 800mila euro richiesta dall’amministrazione Tarasconi per i ritardi del cantiere.

Il primo round è andato a favore delle società del principe siciliano Filippo Lodetti Alliata, che hanno ottenuto la sospensione della penale dal giudice Antonino Fazio. Sì, proprio lui, il magistrato che un anno fa aveva bloccato il taglio degli alberi di piazza Cittadella, poi abbattuti col successivo via libera del Tribunale e con l’appoggio del Comune (vedi un po’ i casi della vita…). In prima istanza, ma il seguito è assicurato, il giudice Fazio probabilmente dirà la sua anche sull’eventuale risoluzione anticipata del contratto tra palazzo Mercanti e concessionario.

Come il salmone

In attesa dell’udienza del 4 settembre, la politica piacentina si sta arrovellando su questa annosa vicenda in modo un po’ grottesco e a tratti inquietante. E qui serve trasparenza: in effetti a volte è sembrata mancare, come sostiene l’opposizione, che nel merito non esclude di adire al nuovo prefetto Patrizia Palmisani.

Risaliamo allora la corrente come il salmone. Perché a fine luglio la Giunta Tarasconi ha tenuto tutti all’oscuro – consiglieri di maggioranza compresi – sulla penale da oltre 800mila euro che ha sferrato un colpo ferale ai rapporti con il concessionario? Un cambio di rotta in qualche modo preannunciato a giugno dall’ultimatum della prima cittadina sul fermo lavori, ma a cui la repentina richiesta di pecunia ha dato uno spessore ben diverso.

Poi la memoria torna a metà dello scorso anno. All’epoca, tutt’altro clima: nonostante le draconiane rassicurazioni del direttore generale Luca Canessa sui termini perentori di consegna delle garanzie bancarie, così come del deposito della nuova fideiussione al posto della polizza falsa del concessionario, palazzo Mercanti forse aveva chiuso più di un occhio. In tal modo aveva consentito alle società di Lodetti Alliata di evitare la risoluzione anticipata del contratto. Cosa che a sentire il centrodestra allora sarebbe stata più semplice di oggi.

La tanatosi

Dal canto suo, il sindaco Tarasconi reagisce agli attacchi dell’opposizione tacciandola di tanatosi. E cioè di aver usato la tattica dell’opossum: per evitare l’aggressione dei predatori si finge morto, secernendo sostanze putrescenti, e scampato il pericolo se ne va di gran carriera. Il paragone fa sorridere per i tratti grotteschi: fa pensare al “predatore” Lodetti Alliata, evitato per cinque anni dall’immobilismo della Giunta di centrodestra dell’ex sindaco Patrizia Barbieri, che oggi risorge e punta il dito contro chi invece combatte il nemico a viso aperto… E sì, perché da partner privilegiato il principe siciliano adesso è diventato un avversario anche per il centrosinistra.

Nomi e cognomi 

Veniamo così agli aspetti inquietanti, che emergono dalle parole del sindaco Tarasconi. Nella sua nota (sotto il testo integrale) tuona: “Siamo stati anche accusati di scarsa trasparenza, se non peggio: c’è chi ha buttato lì dubbi su interessi non meglio precisati da parte di questa amministrazione nel veder realizzata un’opera come il parcheggio. Illazioni gravissime, irricevibili, che continuano sotto traccia, incessantemente. È tutto falso”.

Allora signor sindaco, se permette, chiarisca. E fino in fondo. Spieghi ai piacentini di quali interessi parlano i suoi detrattori in queste gravissime e irricevibili illazioni. Delinei le circostanze, faccia nomi e cognomi, e nel caso si rivolga alla magistratura per tutelare la sua onorabilità e quella dei suoi assessori.

Tanto la strada è aperta. Se la Giunta Barbieri era quella degli avvocati (per l’alto numero di legali tra gli assessori), la sua ormai è nota come la Giunta che paga gli avvocati, impegnata com’è su tanti contenziosi con incarichi esterni. Vedi il caso Vezzulli, che dopo tre sconfitte al Tar del Comune, da ultimo ha visto l’ingaggio a palazzo Mercanti dell’attempato avvocato Alessandro Miglioli, decano del foro piacentino, nonché presidente dell’Editoriale Libertà che pubblica l’omonimo quotidiano locale.

Crepe e coraggio

Insomma, parcheggio o no, la nuova piazza Cittadella di riffa o di raffa si farà (copyright dell’onorevole Paola De Micheli). Però, signor sindaco, intanto le crepe aumentano. A partire da quelle aperte nella sua maggioranza – irritata dagli ultimi eventi – e negli uffici comunali. Piacenza, come lei ha scritto, merita coraggio e del suo gliene diamo atto. Ma adesso forse non basta più.

 


La nota del sindaco di Piacenza Katia Tarasconi

«Tre anni fa i cittadini di Piacenza ci hanno dato fiducia chiedendoci di fare, non di battere palla come al solito. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma tra i vari impegni che ci siamo assunti c’era anche quello di sbloccare opere ferme da decenni e riportare la città a crescere.

Su Piazza Cittadella abbiamo lavorato con questo spirito, con un obiettivo semplice e trasparente: realizzare il parcheggio che Piacenza attende da anni. Abbiamo rimesso ordine dove c’era confusione, recuperato risorse che erano state lasciate per strada e riattivato un percorso che altri avevano abbandonato. E l’abbiamo fatto perché non si trattava solo di un ritardo: l’immobilismo degli anni precedenti ha prodotto un danno reale alla città, bloccandone le opportunità e lasciando irrisolto un problema che non poteva fare altro che ingigantirsi.

Ripeto, sapevamo che sarebbe stato difficile, ma chi è eletto ha il dovere di rispettare la parola data ai cittadini. Anche quando sarebbe più comodo fare il contrario. Ci accusano di essere stati troppo caparbi” su Piazza Cittadella, di esserci intestarditi. La verità è un’altra: la pratica era – ed è – talmente complessa che qualsiasi amministrazione seria, se avesse voluto davvero affrontarla, avrebbe dovuto affrontare serie difficoltà. Noi abbiamo scelto di provarci, perché il dovere di chi governa non è girarsi dall’altra parte, ma affrontare i nodi irrisolti, anche quando sono difficili; anche quando non conviene sul piano elettorale. Ma se si governa pensando alla poltrona, le scelte difficili spariscono, e con loro l’interesse collettivo.

Il benaltrismo” è la scusa con cui da troppi anni si giustifica l’inazione: Ci sono altre priorità, facciamo altro”. Il risultato lo vediamo tutti: non si è fatto questo, non si è fatto altro, e Piacenza è rimasta ferma. Noi non accettiamo questa logica: non vogliamo lasciare ai nostri figli una città bloccata dalle paure e dai rinvii.

Piazza Cittadella era una delle pratiche rimaste in un limbo per un tempo vergognosamente lungo. Per noi era inaccettabile, e siamo convinti che lo sia per ogni cittadino responsabile. Abbiamo assunto il nostro incarico di amministratori trovandoci un contratto di concessione valido che lega il Comune a Piacenza Parcheggi. In uno Stato civile, i contratti o si onorano o si risolvono. Non ci sono terze vie, non ci sono scuse. Abbiamo valutato ogni possibilità e ci siamo mossi di conseguenza; il concessionario aveva titolo a operare come tale, e abbiamo consegnato l’area. Via al cantiere quindi, come prevede il contratto stesso. Ma non certo a tutti costi, e l’abbiamo detto fin da subito; il cantiere è privato, l’opera è pubblica e il controllo è del Comune: se fossero venute meno le condizioni che gli uffici ritenevano e ritengono indispensabili, saremmo andati nella direzione della risoluzione. Così è stato. Avendo però fatto prima tutto quel che andava fatto.

È la situazione attuale, e siamo in attesa che i vari iter facciano il loro corso.
Purtroppo, invece di un confronto costruttivo, l’opposizione ha scelto la strada dell’attacco quotidiano, spesso contraddicendosi: prima chiedeva di risolvere il contratto di concessione che lega dal 2012 il Comune a Piacenza Parcheggi, e oggi critica la decisione di muoversi in questo senso se non verranno rispettati i termini. È la dimostrazione che non si vuole costruire ma soltanto ostacolare lucrando politicamente sulle difficoltà di un percorso che si sapeva essere complesso; tanto complesso che la stessa opposizione, quando era al governo della città, non è stata in grado nemmeno di mettere le basi per una possibile soluzione di qualsiasi tipo: niente chiusura del tavolo tecnico, niente incasso dei canoni arretrati, niente consegna delle aree, niente risoluzione del contratto. Niente di niente. Ma oggi picchia duro ogni giorno accusandoci di sbagliare tutto, sempre e comunque. E’ una sorta di tifo da stadio contro ogni nostra iniziativa, che poi si traduce in un tifo contro Piacenza, contro i piacentini. E a pagarne il prezzo sono, per l’appunto, i piacentini.

Siamo stati anche accusati di scarsa trasparenza, se non peggio: c’è chi ha buttato lì dubbi su interessi non meglio precisati da parte di questa amministrazione nel veder realizzata un’opera come il parcheggio. Illazioni gravissime, irricevibili, che continuano sotto traccia, incessantemente. E’ tutto falso. Ogni passo è stato compiuto nel pieno rispetto delle regole e delle strategie per tutelare l’ente, che è la nostra priorità.

La verità è semplice: coloro che oggi criticano senza tregua sono le stesse persone che hanno governato senza risultati, bloccando Piacenza. Se si resta immobili, se si dice no a tutto la città non cresce. Cresce con le idee, con il coraggio, con la responsabilità di chi decide e agisce.

Il vero male della politica è anteporre l’interesse di parte a quello della comunità. Noi continueremo con serietà e coerenza, dando conto di tempi e risultati. E se ci sono difficoltà, le affrontiamo. Non facciamo certo gli opossum come la scorsa amministrazione che su questa partita si è finta morta per cinque anni, salvo risorgere con rinnovata grinta una volta all’opposizione. Invitiamo tutte le forze a misurarsi sui fatti e sui dati: Piacenza viene prima di qualsiasi bandiera. Piacenza merita una politica che guarda avanti, non una che si compiace delle difficoltà».


 

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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