Piacenza

La Malvasia di Candia piacentina bandiera dei vini aromatici italiani in Lituania

La Malvasia di Candia Aromatica, in attesa della Docg Piacenza Bianca, necessaria più che mai, continua a registrare consensi, per non dire successi. È il caso anche dell’ultima iniziativa internazionale alla quale ha aderito il Consorzio Tutela Vini Doc Colli Piacentini in Lituania, dove la masterclass con protagonista, assieme al Moscato piemontese, questa nostra eccellenza ha avuto un ottimo riscontro da parte dei giornalisti e degli operatori del settore coinvolti.

C’è Malvasia e Malvasia

È giusto fare un po’ di chiarezza su questo vino, siccome sta diventando sempre più centrale tra le nostre produzioni di punta. Il nome “Malvasia” deriva da Monembasia, roccaforte bizantina a sud del Peloponneso. Indica molti vitigni, soprattutto a bacca bianca, distribuiti un po’ in tutta Italia. Vitigni di origini diverse, ma che condividono alcune caratteristiche: fragranza, più o meno intensa, di muschio e di albicocca e residui zuccherini importanti.

Il vitigno Malvasia di Candia Aromatica (questo il nome corretto e completo quando si parla del nostro) presenta un corredo olfattivo davvero ricco e complesso, con un ampia gamma di aromi primari di arancio, cedro, limone, con note fruttate di pesca, albicocca, e floreali (acacia, lavanda…). Quest’uva è coltivata principalmente in Emilia, in particolare nella provincia di Piacenza; seguono, a distanza, Parma e Reggio Emilia.

Solamente fino a qualche anno fa, sulle nostre colline la si impiegava perlopiù in mescolanza alle uve di Trebbiano e di Ortrugo, non da sola, per conferire profumo tanto ai vini secchi quanto a quelli amabili o dolci. È vinificata nella versione ferma, frizzante, spumantizzata e passita.

Il Barolo dei bianchi

Oggi, seppur è ancora frequente trovarla in blend, ci sono eccellenze assolute con quest’uva impiegata in purezza, apprezzabilissime per aromaticità e freschezza in gioventù e, in modo del tutto inedito per bianchi delle nostre zone, dopo aver affrontato il passare del tempo, esprimendo note evolutive di anno in anno sempre più interessanti; non per nulla uno dei pionieri della Malvasia ferma piacentina, Stefano Pizzamiglio della cantina La Tosa, l’ha definita “il Barolo dei bianchi”.

Un vino, insomma, elegante e di grande personalità, ricco di storia ma con un’anima contemporanea e fortemente versatile negli abbinamenti a tavola. Sono proprio le caratteristiche emerse, e apprezzate, martedì scorso a Vilnius, capitale della Lituania nella degustazione guidata, momento clou della giornata di promozione: un evento organizzato dal Consorzio allo scopo di far conoscere le produzioni d’eccellenza piacentine a buyer e importatori interessati a introdurre nei propri canali di distribuzione nuovi vini dalla forte identità territoriale.

Non solo assaggi

La giornata è partita con un approfondimento sul mercato lituano: lì ogni anno si importano vini per 254 milioni di euro, con una collocazione prevalente di vini di qualità in una fascia di prezzo compresa tra i 15 e i 30 euro; l’Italia è il loro secondo Paese di riferimento.

La Lituania ha 2,8 milioni di abitanti con consumo pro capite annuo di 12,1 litri; privilegiano vini aromatici dall’alto residuo zuccherino, ma anche rossi strutturati. Come avviene ormai anche in Italia da qualche anno, è in forte crescita la qualità richiesta. In uno scenario del genere, i vini piacentini hanno saputo ampiamente convincere per versatilità e carattere.

Marco Profumo, presidente fresco di riconferma alla guida del Consorzio, parla di “un mercato interessante, che sta crescendo annualmente dell’8-10% e in cui sono presenti diversi ristoranti, bar e hotel che dedicano i loro menù alla cucina italiana. Nel corso della giornata abbiamo toccato con mano l’interesse e la preparazione dei numerosi operatori presenti, che hanno dimostrato di apprezzare le caratteristiche di tipicità e bevibilità dei nostri vini”.

Anche Gutturnio, Barbera, Bonarda, Ortrugo e gli altri Doc del piacentino sono stati oggetto di una sessione di assaggi; ma è stata proprio la Malvasia di Candia Aromatica, insieme al Moscato proposto dal Consorzio Vini del Piemonte, ad assumere il ruolo di bandiera del vino aromatico italiano di qualità: una conferma, incassata dai nostri viticultori, dell’alta vocazione a produzioni di elevatissimo valore dei Colli Piacentini.

Un fermento che continua

Se il bilancio di questa trasferta è stato molto positivo, il Consorzio ha già in programma le prossime iniziative all’estero: dopo la vendemmia, nel mese di novembre, parteciperà al Warsaw Wine Experience 2024 in Polonia, iniziativa di riferimento per il settore enologico; i Colli Piacentini sono stati scelti come territorio ospite e partner ufficiale, un’opportunità preziosa per proseguire nel lavoro di ampliamento e differenziazione dei mercati per i nostri vini, cosa che rappresenta “una vera priorità per il Consorzio”, conclude Profumo.

Sante Lancerio
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