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Plastica: pugno duro di Bruxelles contro l’inquinamento da rifiuti marini

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Plastica: pugno duro dell’Unione europea per affrontare l’inquinamento devastante provocato dai rifiuti marini. La Commissione ha presentato una proposta per vietare 10 prodotti monouso in plastica che da soli rappresentano il 43% dell’inquinamento di mari e coste europee. Se poi a questi si sommano gli attrezzi da pesca persi e abbandonati (11mila tonnellate annue) si arriva al 70% del totale dei rifiuti in plastica trovati in acqua e sulle spiagge.

Un conto da 220 miliardi

È un problema dai costi enormi. Secondo gli esperti di Bruxelles, il proliferare incontrollato di questi prodotti potrebbe provocare danni ambientali per oltre 220 miliardi di euro entro il 2030. “A causa della sua lenta decomposizione, la plastica si accumula nei mari, negli oceani e sulle spiagge della Ue e di tutto il mondo”, spiega una nota della Commissione. “Residui di plastica si trovano nelle specie marine, come le tartarughe, le foche, le balene e gli uccelli. Ma anche nei pesci e nei crostacei, e quindi nella catena alimentare umana. Se le plastiche sono un materiale conveniente, adattabile, utile ed economicamente valido, devono essere meglio utilizzate, riutilizzate e riciclate”. Perché quando questo non avviene, l’impatto della plastica è pesantissimo. E “comprende non solo il valore economico perso nel materiale, ma anche i costi di pulizia e le perdite per il turismo e la pesca”.

Via posate e cotton fioc

Finiranno così al bando per esempio posate e piatti di plastica, contenitori per alimenti e cotton fioc. No anche a cannucce, a miscelatori per bevande, a tappi e coperchi staccati dal bicchiere, e alle aste per i palloncini. Tutti prodotti che potranno rimanere in commercio solo se fabbricati con materiali sostenibili.
In più, Bruxelles ha messo in campo un’altra misura. Entro il 2025 il 90% delle bottiglie in plastica monouso per bevande dovrà essere raccolto e riciclato, applicando i principi dell’economia circolare con i costi a carico anche dei produttori. Stesso discorso per quelli di attrezzature da pesca e di sigarette, che saranno coinvolti nei costi per sensibilizzare i consumatori, per la raccolta, la pulizia e lo smaltimento dei rifiuti marini.

Plastica: obiettivo 2019

I tempi sono maturi per una iniziativa drastica, anche perché negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza su questo problema. Secondo la Commissione, l’87% dei cittadini europei è preoccupato per l’impatto ambientale della plastica. E il 74% lo è per gli effetti che questo tipo di inquinamento ha sulla salute.
Tra i vantaggi di questo giro di vite proposto da Bruxelles va poi considerata la mancata emissione di Co2, che sarà di 3,4 milioni di tonnellate. Così come i risparmi a favore dei consumatori, che secondo i calcoli di Bruxelles ammonteranno a 6,5 miliardi euro. La proposta della Commissione adesso passerà al vaglio dell’Europarlamento e poi del Consiglio. Con l’obiettivo di renderla operativa prima delle elezioni europee del maggio 2019.

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