Un cane? Sì, grazie. Ma anche un gatto o un altro amico da tenere con sé. Avere un animale domestico è una ricetta salutare che migliora e allunga la vita. In Italia oltre un anziano su due ne possiede almeno uno. Un andamento in continua crescita, da cui emerge che per quasi sette over 65 su dieci la compagnia del proprio animale influenza molto sia il benessere fisico che mentale.
Cani e dintorni
Quali sono i pet preferiti e che incidono di più nel contesto della Silver economy? Sempre per il 2° rapporto di Senior Italia Federanziani e Anmvi (l’Associazione dei veterinari italiani) su “Over 65 e animali da compagnia” (dati 2017), al primo posto ci sono i cani, posseduti dal 51,6% degli intervistati. Al secondo i gatti (33,3%), seguiti da uccelli (7,5%), pesci (2,2%) e altri animali (5,4%). Tra loro, il 69,1% ha un solo animale da compagnia, il 14,8% due e il 16% più di due. E sono proprietari responsabili: attenti alle cure veterinarie e all’accudimento costante.
Più movimento
Avere un animale da compagnia in sostanza spinge le persone in età a fare più movimento. Un’attività che incide positivamente sulla loro salute fisica. Per esempio, oltre l’89% porta fuori il proprio cane. Attività che per il 78,7% viene svolta quotidianamente. Mentre con il suo gatto gioca ogni giorno il 71,4% di chi ne possiede uno.
Dieci anni in meno
Da un’analisi della letteratura internazionale condotta dal Centro studi Senior Italia, presentata in occasione del progetto “Insieme è meglio”, emerge che i possessori di cani hanno il 57% di probabilità in più di svolgere attività fisica rispetto a chi non ne ha. Così gli anziani che hanno un cane sono più in forma, tanto da dimostrare biologicamente 10 anni di meno.
Vantaggi per tutti
Secondo le stime, camminare in media un’ora e 40 minuti al giorno avrebbe anche notevoli vantaggi per la collettività. Per esempio, 432mila diabetici con meno complicanze, con risparmi per circa 1,2 miliardi di euro. Poi questa salutare abitudine potrebbe determinare anche una riduzione dell’incidenza delle patologie cardiovascolari (-7%) con risparmi pari a circa 1,3 miliardi.
Senza dimenticare altri fattori: più alti livelli di esercizio fisico svolto (+10,5%), una maggior stima di se stessi (+6%) e minor incidenza di depressione (-5,73%) rispetto a coloro che non possiedono animali domestici, con altri risparmi di oltre 250mila euro l’anno. In totale, la stima dei possibili tagli dei costi per il Servizio sanitario nazionale si attesterebbe così sopra i 2,7 miliardi l’anno.
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