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Cinghiali in autostrada: dopo gli incidenti sull’A1 infuriano le polemiche

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Cinghiali in autostrada: due incidenti sull’A1 a poche ore e a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro. Il primo è avvenuto tra Lodi e Casalpusterlengo la mattina del 3 gennaio. Nello scontro ha perso la vita il 28enne Slavomir Andrees Lombardi (di origini polacche) e sono rimaste ferite dieci persone tra cui tre bambini. Il secondo è avvenuto in serata nel tratto tra Fiorenzuola d’Arda e Fidenza sempre in direzione sud. Per fortuna, come riporta anche piacenza24.eu, lo scontro provocato dalla presenza dei cinghiali ha coinvolto in modo non grave due veicoli, ma ha causato comunque un lungo stop alla circolazione.

Procura e Toninelli

Nel frattempo la Procura di Lodi ha già aperto un’inchiesta sullo scontro mortale. “Ci sono dubbi sul fatto che la rete fosse integra al momento dell’incidente”, ha detto all’Ansa il Procuratore della Repubblica della città lombarda Domenico Chiaro.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli si è recato sul luogo dell’incidente più grave. “Sono arrivato qui a esprimere cordoglio e vicinanza alle vittime da parte del Governo e dello Stato. Ma appena arrivato, mi sono anche reso conto di una seconda falla nella rete autostradale”, ha dichiarato il ministro a rainews.it. E “ho già chiesto all’Ufficio ispettivo territoriale di Milano di verificare la situazione”. Infine Toninelli ha sottolineato come sia inaccettabile che i cinghiali possano superare le recinzioni e causare incidenti stradali mortali.

Cinghiali e polemiche

Contro il proliferare dei cinghiali nel frattempo infuriano le polemiche. Per Federcaccia Lombardia la tragedia del 3 gennaio dimostra una volta di più i limiti imbarazzanti della gestione faunistica in Italia. E segnala come a Lodi, per esempio, la caccia al cinghiale non sia mai stata nemmeno consentita.

Coldiretti stima che il numero dei cinghiali presenti in Italia sia raddoppiato negli ultimi 10 anni e abbia superato abbondantemente il milione. “La sicurezza nelle aree rurali e urbane è a rischio per il loro proliferare con l’invasione di campi coltivati, centri abitati, strade e autostrade, dove rappresentano un grave pericolo per le cose e le persone”.

Gli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali, secondo Coldiretti arrecano danni per un totale stimato di quasi 100 milioni di euro l’anno. “Senza contare i casi in cui purtroppo ci sono state anche delle vittime”. Per l’associazione quindi non è più solo una questione di risarcimenti. “È diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione. Ora non ci sono più alibi per intervenire in modo concertato tra Ministeri e Regioni ed avviare un piano di abbattimento straordinario senza intralci amministrativi”.

Dura presa di posizione anche della Cia. Per la Confederazione italiana agricoltori il proliferare dei cinghiali non solo crea danni milionari all’agricoltura, ma come dimostra l’incidente mortale di Lodi minaccia sempre più spesso la sicurezza dei cittadini. “Le misure tampone adottate in questi ultimi anni hanno registrato un sostanziale flop, con un saldo negativo che grava prima di tutto sulle imprese. Per questo non è più rinviabile un nuovo piano operativo, modificando la legge quadro datata 1992 che regola la materia”. Come? Introducendo “il concetto di ‘corretta gestione’ accanto a quello di protezione, parlando di ‘carichi sostenibili’ di specie animali nei diversi territori e ambienti, tenendo conto degli aspetti naturali, ma anche produttivi e turistici”, conclude la Cia.

 

 

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