Scienza

Longevità: grazie a un verme vivremo fino a 500 anni

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Longevità: altro che vivere fino a 120 anni, come promettono le diete del tanto discusso Adriano Panzironi. Una nuova scoperta scientifica internazionale ha già polverizzato questo traguardo. Ma andiamo con ordine e vediamo cosa ha annunciato un gruppo di ricercatori composto dagli americani del MDI Biological Laboratory e del Buck Institute for Research on Aging, e dai cinesi della Nanjing University.

Longevità mai vista

In uno studio pubblicato sulla rivista Cell Reports il team guidato Jarod A. Rollins del MDI e da Jianfeng Lan dell’Università di Nanchino ha spiegato di aver isolato un insolito percorso cellulare nei piccoli vermi nematodi Caenorhabditis elegans. Utilizzati in laboratorio per gli studi nel campo dell’invecchiamento, sono vermi che hanno molti geni in comune con gli esseri umani.

I ricercatori nei loro esperimenti sui nematodi hanno infatti modificato geneticamente due “interruttori” di longevità che attivano due specifici circuiti molecolari. Uno è legato all’insulina e l’altro alla proteina Tor. Era già noto che la modifica del primo circuito può aumentare la longevità dei C. elegans del 100%; così come che quella del secondo può allungarla del 30%. La concomitanza delle due modifiche però non ha portato a un incremento complessivo della vita dei vermi del 130% come era lecito aspettarsi, ma del 500%. In questa scoperta si potrebbe celare così il segreto per vivere addirittura fino a 500 anni.

“L’effetto sinergico è stato pazzesco”, ha affermato Rollins. Il risultato “non è stato uno più uno uguale a due; ma uno più uno uguale a cinque”. A questo punto, ha sottolineato lo scienziato, “per sviluppare i trattamenti anti-invecchiamento più efficaci non dobbiamo guardare ai singoli circuiti, ma alle reti che essi formano”.

Longevità e interazioni

La scoperta di questo effetto sinergico nei C. elegans potrebbe infatti cominciare a spiegare perché non sia mai stato identificato un unico gene in grado di giustificare la straordinaria longevità dei cosiddetti super anziani. Persone capaci non solo di vivere più a lungo ma anche senza malattie gravi. La sfida adesso è capire come interagiscono fra loro questi circuiti cellulari della longevità allo scopo di sviluppare nuove terapie anti-invecchiamento. Tenendo conto, come segnala anche l’Ansa, che sono già in via di sperimentazione diversi farmaci che puntano a regolare queste singole “cascate di segnali” utili ad allungare la durata della vita.

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