Economia

Boeri: perché il presidente dell’Inps lancia l’allarme sul calo dei migranti e quota 100?

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Il presidente dell'Inps, Tito Boeri

Boeri lancia l’allarme sul calo degli immigrati e quota 100. Il presidente dell’Inps ne ha parlato al Festival del Lavoro di Milano. E ha espresso con chiarezza le sue opinioni e le sue preoccupazioni su questi due temi all’ordine del giorno nell’agenda del governo Conte.
Per l’economista a capo dell’Inps “il calo dei migranti è un problema serissimo”. Perché a suo parere “avere più immigrati regolari ci permetterebbe fin da subito di avere dei significativi flussi contributivi di ingresso nel nostro mercato del lavoro”. Gli scenari più preoccupanti per la nostra spesa pensionistica futura “sono quelli che prevedono una forte riduzione dei flussi migratori”, ha sottolineato Tito Boeri. Oltretutto “questa riduzione è in atto. E i flussi cominciano a non essere più sufficienti per compensare la diminuzione della popolazione autoctona”.

Immigrazione e demografia

Tenendo conto del calo delle nascite di cittadini italiani, arrivate ai minimi storici, se nel giro di pochi anni il numero degli immigrati regolari dovesse ridursi ancora o scendere a zero, il nostro sistema pensionistico entrerebbe sostanzialmente in crisi. Perché “è in grado di adeguarsi all’allungamento della vita media, ma non al fatto che diminuiscono le coorti di contribuenti”. In sostanza, che piaccia o no, per il presidente dell’Inps  “l’immigrazione è qualcosa che può darci il modo per gestire questa difficile transizione demografica. Se gli italiani ricominciano a fare figli, cosa che tutti auspichiamo, ci vorranno vent’anni prima che i nuovi nati inizino a pagare i contributi”.

Boeri: bocciata quota 100

Passando alla riforma della legge Fornero, l’economista ha espresso tutti i suoi dubbi sulla cosiddetta quota 100, la somma degli anni di contributi versati ed età anagrafica per potersi ritirare dal lavoro, prevista nel programma del governo giallo-verde. Questa scelta “aumenta di molto la spesa pensionistica, ha effetti destinati a trascinarsi nel tempo e peggiora il rapporto tra pensionati e lavoratori”. Per Boeri “avremo un milione di pensionati in più come effetto di queste misure”. Un aumento che appesantirà notevolmente il quadro previdenziale, visto che “secondo le stime più recenti del Fmi, attualmente abbiamo due pensionati per ogni tre lavoratori. E nel giro di vent’anni avremo un lavoratore per ogni pensionato”.

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