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Elezioni 2018: i conti in tasca alle promesse miliardarie dei partiti

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Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio, Matteo Renzi

Elezioni 2018: di tutto, di più. Collodi con il suo paese dei balocchi sembra quasi un principiante a confronto con le promesse dei partiti in campagna elettorale. A metterle in fila è l’Osservatorio conti pubblici italiani dell’Università Cattolica, presieduto da Carlo Cottarelli. Il risultato? In base al report sui programmi depositati al ministero dell’Interno, queste promesse farebbero aumentare il debito pubblico, peggiorando il bilancio dello Stato. In sostanza centrodestra, Movimento 5 Stelle e Partito democratico fanno promesse, ma molto spesso non spiegano come potranno mantenerle.

Elezioni 2018: i conti del centrodestra

Partiamo dai favoriti nei sondaggi. Berlusconi e soci propongono un programma da 136 miliardi di euro. I capisaldi sono diversi. Il principale è l’introduzione della flat tax (aliquota unica al 23% per Forza Italia o al 15% per la Lega). Poi c’è la riforma della legge Fornero, l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro e inserimento del reddito di dignità. A seguire, più investimenti per sicurezza e difesa, senza dimenticare lo stop all’Irap. Coperture indicate? Solo per 82 dei 136 miliardi. Quindi resterebbero da trovare 54 miliardi (2,6% del Pil).

Per il centrodestra però non è un problema. Grazie soprattutto agli effetti nel tempo della flat tax e delle misure di contrasto all’evasione, sommate a una previsione positiva sulla ripresa economica, si potrebbe arrivare a una riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil. Nel 2017 era al 131,6%? Con “la cura” del centrodestra nel 2022 si scenderebbe al 112,8%.

Cottarelli invece la pensa diversamente. “Con ipotesi macroeconomiche meno ottimistiche e in assenza di ulteriori coperture”, l’insieme di queste misure potrebbe portare a un aumento del rapporto debito/Pil al 135,8%. E “l’effetto cumulato sul debito dalla mancanza di adeguate coperture ammonterebbe nel quinquennio a 174 miliardi”.

Elezioni 2018: i conti dei 5 Stelle

Il Movimento guidato da Di Maio propone invece un programma che vale 103,4 miliardi, tra riforma delle pensioni, abolizione del jobs act, reddito di cittadinanza e altre misure. Le coperture arrivano a 39,2 miliardi e quindi restano da trovare 64,2 miliardi (3,2% del Pil). In più, i 5 Stelle non hanno “pubblicato un quadro di finanza pubblica per i prossimi 5 anni”. Però hanno lanciato comunque una sfida molto forte sul rapporto tra debito pubblico e Pil: puntano a una discesa di 40 punti in 10 anni. Quindi, nel 2028, si dovrebbe arrivare al 91,6%.

Possibile? Per l’Osservatorio di Cottarelli in sostanza sarebbe necessario un nuovo miracolo economico, con una crescita dell’economia italiana del 5-6% annuo da qui al 2028. Difficile, con le stime che parlano di qualche decimale in più dell’1%. A bocce ferme o quasi, il programma dei 5 Stelle per l’Osservatorio comporterebbe un peggioramento dei conti pubblici. E farebbe salire il rapporto debito/Pil al 138,4% tra 5 anni. Così “l’effetto cumulato sul debito delle misure senza adeguata copertura ammonterebbe nel 2022 a 205 miliardi”.

Elezioni 2018: i conti del Pd

Con il suo programma il Partito democratico si è limitato a una serie di misure espansive per 38 miliardi (1,9% del Pil). L’aumento di spesa sarebbe innescato dall’assegno mensile per i figli e dai provvedimenti aggiuntivi per il contrasto alla povertà. A queste misure si sommerebbero la riduzione delle tasse per le imprese, dei contributi per i lavoratori, e gli investimenti in grandi opere. Anche in questo caso però le coperture non vengono definite in modo dettagliato. E senza aver indicato con precisione i suoi obiettivi di finanza pubblica, il Pd si è comunque prefissato una riduzione del rapporto debito/Pil: nel 2022 dovrebbe arrivare al 118%, con l’obbiettivo del 100% nel 2029.

L’osservatorio di Cottarelli come la pensa? Anche stavolta “bacchetta” il programma. Senza una netta crescita economica “e in assenza di ulteriori coperture per le nuove iniziative di spesa”, la realizzazione delle promesse di Renzi e soci comporterebbe un peggioramento dei conti pubblici, con un aumento del rapporto debito/Pil al 134,8% nel 2022. Come la mettiamo con l’effetto cumulato sul debito per la mancanza di adeguate coperture? In questo caso “ammonterebbe nel quinquennio a 122 miliardi di euro”.

 

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