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Fondazione di Piacenza e Vigevano: il Cda di Reggi? Da uomo solo al comando

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Roberto Reggi (foto dal profilo Facebook)

Fondazione di Piacenza e Vigevano: il presidente Roberto Reggi ha formato il suo Consiglio di amministrazione, la sua squadra, come forse direbbe lui, grande amante del calcio. Con l’ex sindaco di Piacenza siederanno nel Cda: Luigi Cavanna, Nicoletta Corvi, Fabio Fornari, Robert Gionelli, Luca Groppi, Luigi Grechi, Mario Magnelli ed Elena Uber.

Senza nessun giudizio di valore sui singoli componenti, la squadra di Reggi può essere descritta anche così: ci sono tre medici (Cavanna, Fornari, Uber), tutti dipendenti o ex dipendenti pubblici (Ausl di Piacenza); un dirigente scolastico pubblico (Magnelli, preside del Liceo Gioia); quattro rappresentanti di associazioni e organizzazioni: Confcooperative (la direttrice Corvi), Confartigianato di Vigevano (il presidente Grechi), Confindustria (il direttore Groppi) e il Coni (il delegato provinciale Gionelli).

Nomi di vaglia, tutti ben conosciuti in città. Ma è il mix che parlando con diversi interlocutori lascia più di una perplessità. “Siamo passati da un Cda dove abbondavano i rappresentanti del mondo delle professioni, con notai, avvocati e commercialisti, a un gruppo dirigente della Fondazione dove queste figure sono sparite”. Figure che per il nostro esperto di cose piacentine “nella gestione targata Toscani sono state importanti per amministrare al meglio non solo le attività di sostegno al territorio dell’Ente di via Sant’Eufemia, ma soprattutto il suo patrimonio di oltre 360 milioni di euro. Le faccio solo un esempio: domani, quando ci sarà da affrontare l’aumento di capitale di Crédit Agricole, chi potrà dire la sua, basandosi su una solida esperienza professionale in campo legale o fiscale? Il Cda si dovrà affidare a consulenze esterne, magari cotte e mangiate…”.

Sulle cose che contano, dunque, “emerge un Consiglio Reggi-dipendente, da uomo solo al comando. Restiamo al settore degli investimenti. A quanto si dice, il presidente gestirà il patrimonio con un gruppo di esperti di sua stretta fiducia di cui non si conoscono ancora i contorni e che speriamo venga palesato nella massima trasparenza”.

Non è tenero nemmeno un altro dei nostri interlocutori che allarga le braccia: “È un Cda uscito da mille mediazioni con i grandi elettori che hanno portato Reggi alla presidenza di Palazzo Rota Pisaroni. Enti che in molti casi con la Fondazione oltretutto hanno un rapporto di do ut des, ne indicano i consiglieri e poi con la stessa hanno rapporti economici, a sostegno delle loro attività. Un’anomalia statutaria che non è colpa di Reggi e che andrebbe corretta”.

Anche per questo, “forse l’ex sindaco di Piacenza ha pagato dazio, magari sacrificando qualche nome che avrebbe gradito di più. E comunque, sulle professionalità presenti nel Cda, pure in chiave ripartenza post Covid, tre medici sono un po’ troppi: il Cda della Fondazione non è quello di un ospedale o finanche di una casa di cura”.

Più positiva la valutazione di altri osservatori. “Reggi era e resta anche un uomo di rottura, prendere o lasciare. Un leader che ha dato molto a Piacenza e che oggi ha deciso di affrontare la sfida Fondazione a modo suo. Con questo Cda ha anche ravvicinato mondi che in città fino a ieri erano molto distanti, e ciò fa ben sperare per le future sinergie che potrà mettere in campo. L’attenzione al welfare, al sociale e ai giovani, guardando solo alla scelta della vicepresidente vicario (Nicoletta Corvi, ndr), a quanto si capisce saranno centrali. E per farlo Reggi ha rivoluzionato il concetto di salotto buono della città a cui tutti eravamo abituati, togliendo un po’ di polvere dal mobilio di Palazzo Rota Pisaroni”.

Insomma, conclude un’altra voce al telefono, “lasciamo perdere il manuale Cencelli e non fasciamoci la testa prima del tempo. Reggi merita la massima fiducia e il massimo supporto; i nomi che ha scelto sono di attori importanti e rappresentativi. E poi non dimentichiamolo mai, questa non è solo la scommessa di Reggi, è la scommessa di Piacenza, perché la sua presidenza alla fine è stata votata all’unanimità. Diamoci appuntamento tra un anno, quando Reggi presenterà il suo primo bilancio. Molti che oggi arricciano il naso, forse si dovranno ricredere”.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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