Patrizia Barbieri è un tipo volitivo. Il sindaco di Piacenza non teme il confronto. E risponde per le rime alle critiche di chi attacca la sua amministrazione, a maggior ragione se le ritiene strumentali. C’è da dire che per lei, eletta dai piacentini nel giugno scorso, non è un periodo facile. Dopo dieci mesi di governo della città emiliana le critiche alla sua giunta di centrodestra ormai piovono quasi quotidianamente. E vanno dalle “piccole cose”, come ad esempio lo spostamento di una parte del mercato cittadino poi revocato, a temi ben più “pesanti” come quello sollevato dai sindacati nei giorni scorsi.
Le critiche della Cisl
In particolare, ad esprimere alcuni dubbi sull’operato dell’amministrazione cittadina rispetto alle politiche del lavoro è stata la Cisl. I dubbi partono dalla mancata applicazione della clausola sociale (la garanzia di continuità per i dipendenti già impiegati) nei bandi per due spazi di aggregazione giovanile. E finiscono coi dubbi su bandi ben più importanti (rifiuti e trasporti) per i quali sarebbe stata ventilata addirittura una possibile violazione del codice degli appalti.
La risposta di Barbieri
Per il sindaco “dai sindacati sono arrivati attacchi gratuiti nei nostri confronti. Piacenza non merita questo tritacarne di polemiche inutili. Siamo una città eccezionale. Lo abbiamo visto anche dai dati relativi al mondo del lavoro (con il 69,4% Piacenza è al 4° posto per tasso di occupazione tra le province italiane, ndr)”. Insomma, “chi punta a criticarci su queste cose ha un atteggiamento disfattista”. A maggior ragione, prosegue il sindaco, se si considera che “il 29 marzo avevo invitato Cgil, Cisl e Uil a un incontro che si terrà comunque il 12 aprile”. E quindi non possono lamentare nemmeno la mancanza di dialogo.
Clausola sociale: sì o no?
Entrando nel merito delle critiche, Barbieri ha sottolineato come la clausola sociale non sia più né automatica né obbligatoria. E “per quanto riguarda le gare dei servizi dei rifiuti e del trasporto pubblico, queste non vengono predisposte dal Comune. Ma rispettivamente da Atersir (gara già partita, in cui la clausola sociale è prevista, ndr) e da Tempi Agenzia”.
Ma il sindaco non ci sta a prestare il fianco nemmeno sui due progetti di aggregazione giovanile. “Per Spazio 4 e il centro SpaziAli sono cambiati i progetti educativi. Perciò non è stata applicata la clausola sociale. Pensiamo a un progetto diverso sui centri di aggregazione. Più mirato ai ragazzi tra gli 11 e i 14 anni, perché è la fascia di maggior bisogno per i giovani e le famiglie. Senza però trascurare le politiche giovanili. E l’attenzione verso gli studenti universitari. Poi, se scopriremo che questo modello non funziona ne prenderemo atto. Ma almeno lasciateci provare”.
La mosca e il cannone
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